Yskelgroth – Bleeding of the Hideous

A distanza di ben 13 anni da Unholy Primitive Nihilism ritorna il monicker Yskelgroth. Il terzetto formato dal tentacolare Dave Rotten ritrova i fidati Nexus 6 (batteria) e Vicente J. (chitarra e basso) per riversare sulle scene una quantomeno inaspettata colata di black/death rozza e vetusta.

Il compito di Bleeding of the Hideous è quello di formare un informe e cupa nube, l’obiettivo quella di lasciarla lì, ferma il più possibile durante il susseguirsi dei minuti, cercando – e sperando- di ottenere la più completa manipolazione del proprio rapace ascoltatore. Non sussiste mai la ricerca di un abbellimento delle strutture, la partita si gioca su un panno sporco e ruvido, una superficie che di tanto in tanto lascia partire lapilli simil melodici, evasioni che però non infettano più di tanto una manovra che rimane costantemente malevola, aspra e feroce.

La prestazione vocale di Dave Rotten come sempre si mantiene divorante, posta sopra un piedistallo a dirigere le avanzate di un riffing ossessivo, sotto i rudi colpi di una batteria tanto primordiale quanto genuina.

Devo però ammettere che gli Yskelgroth non mi fanno stropicciare gli occhi, però nel complesso il “pacchetto” risulta anche gradito, abile soprattutto nell’esprimere i suoi raffermi concetti completamente slegati ai concetti di evoluzione.

Bleeding of the Hideous diventa così un fido compagno, una mano sempre tesa nei tuoi confronti, pronta a darti l’ennesimo slancio verso una nuova giornata legata alle vicissitudini del metallo estremo.

C’è un tocco orrorifico a guarnire certi spazi, un tocco che contribuisce a rendere senza dubbio affascinante un disco che in poco più di mezz’ora fa il suo lavoro senza apparire mai invadente.

A spiccare sul resto ho trovato Aeons Empty. Una canzone rapida e dal giusto richiamo melodico che in poco spazio riesce a mutare proponendo sempre spunti ispirati e convincenti.

Insomma, Bleeding of the Hideous appartiene a quella tipologia di lavori che ti aiutano a “mordere il freno”, aiutandoti nel passaggio tra l’ascolto di un disco complesso a quello di un conclamato capolavoro. Tanta bestialità, attenzione sufficiente e qualche spunto che ci desta da un massacro accuratamente calcolato, nulla di più.

60%

Summary

Xtreem Music (2023)

01. The Morbid Earth
02. Prone to Gobble Life
03. Omnicidal Ends
04. Aeons Empty
05. Plagueridder
06. Spasmic Extinction
07. Primal Expulsion
08. Riddance of the Graves
09. Path to Devourment