One man band proveniente dagli Stati Uniti, due dischi avvolti nell’ombra (datati 2011 e 2012) prima della giusta consacrazione in questo 2014. I riflettori sono accuratamente posizionati dalla I, Voidhanger Records, etichetta capace di muoversi sagacemente tra le ombre più fitte, per estrarre di volta in volta nuovi doni preziosi.
Logicamente non si fa eccezione nemmeno in questo caso, il terzo capitolo dei Mare Cognitum è un gioiello cristallizzato, un’opera roboante, un forte eco pronto a travolgere intensamente gli estimatori di suoni dilatati ma sempre ben piantati, anestetizzanti nel loro spirito d’evasione, pur mantenendo un lontano alone di umanità.
Phobos Monolith vi manderà a razzolare altrove, pura esplorazione sensoriale in grado tanto di incantare quanto di offendere. Questa seconda caratteristica però non assume mai forme contorte o eccessivamente malefiche, il progetto cerca difatti ben altro, in primis il costante traguardo della maestosità.
Le strofe recitano una parte primaria nel contesto, sono incantatrici assolute (non ne sentivo di così altamente efficaci da un bel po’), partono dal basso per aprirsi meravigliosamente, arrivando poi a riporre dentro noi invisibili quanto assurde cicatrici. Questo disco pretende così una strana fusione tra chi cerca un determinato sfogo e chi invece cerca di fluttuare e perdersi; se uniamo i due fattori, o meglio, se ci consideriamo idonei a viverli entrambi, in contemporanea, molto probabilmente Phobos Monolith ci schiavizzerà non poco.
I quattro brani appaiono già ad un primo “scontro” appaganti e superiori, ma l’ulteriore esposizione a questi raggi speciali procurerà un procedimento di solidificazione dei concetti immaginati o anche solo vagamente accennati, l’evadere diventerà così una costante (magari lentamente, magari no), una via limitrofa nei confronti di quella linea retta rappresentata dal modo in cui si svolgono gli eventi durante questi cinquanta minuti.
Studio, vuoto e meraviglie non si nascondono di certo, Weaving the Thread of Transcendence messa lì in apertura commette solo positivi sfracelli. La sospensione iniziale è assolutamente necessaria prima dell’ingresso di chitarre così belle da infrangere e ammutolire (qui non si discute, si venera), l’oscurità sibilante vocale fa il resto (scream “ventoso”, acido/selvatico) su strofe d’autentica magnificenza; non serve dire davvero nient’altro per uno dei brani migliori di tutto il 2014 (almeno per il sottoscritto).
Entropic Hallucinations stende veli negativi, un antro insidioso pronto a scavare per far uscire la forma finita del sadico chiuso dentro di noi. Noumenon è malinconica esplorazione, stelle che passano lentamente in rassegna, tempi che non torneranno mai più, scanditi attraverso l’ampliamento di ciò che ci circoscrive. Le tastiere sono molto importanti per la musica del progetto ma non arrivano mai a prendere le redini, spesso ci invadono, le avverti, ma sempre in coabitazione con il resto, si raggiunge l’unione ideale, e tu non puoi fare a meno di pensare e ripensare, domandarti come sia possibile una fusione di questo tipo (e c’è solo una persona dietro, è meglio ricordarlo).
Il quarto d’ora conclusivo di Ephemeral Eternities non sarà di certo una sorpresa, tanto già lo sapevi, lo intuivi che il disco avrebbe tenuto quel livello sino alla sua conclusione. In quest’ultima traccia potremo così sentire/avvertire tutto il loro universo, un finale capace di zittire proprio quanto la partenza. E così si ritorna lì, meravigliati e fluttuanti dentro quel cosmo creato alla perfezione da Mare Cognitum , quasi incapaci di emettere anche solo un timido respiro per paura di rovinare qualcosa.
Phobos Monolith si pone da qualche parte fra l’antica arte norvegese, la superiorità ancestrale degli Abigor e l’ormai tipico stampo black metal americano, ma detta così è davvero troppo semplice, voi provate solo ad immaginare, in fondo è giusto questo ciò che l’album vi richiede.
Vuoto e aridità, vuoto e aridità.
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Summary
I, Voidhanger Records (2014)
Trcklist:
01. Weaving The Thread Of Transcendence
02. Entropic Hallucinations
03. Noumenon
04. Ephemeral Eternities