The CracKers – So Here’s The Thing

The CracKers – So Here’s The Thing: un debutto senz’altro interessante

Dopo l’EP Time To Leave This Night, arrivano al debutto che conta i ragusani The CracKers, e bisogna dirlo subito: è proprio un bel sentire. Quello che ascolteremo in So Here’s The Thing è un dark sound alternativo e sinuoso, ben strutturato e segretamente ballabile.

Si parte dai The Cure, passando attraverso territori affini a Clan of Xymox e House of Usher. L’impatto è diretto, capace di catturare sin dal primo ascolto, senza però precludersi un ulteriore, gradito incremento con quelli successivi. Entrambe cose preziose, figuriamoci quando si combinano.

So Here’s The Thing dimostra quanto spesso si parli a vanvera quando si tratta di debutti. Si tira in ballo l’inesperienza per rifugiarsi in discorsi comodi e innocui. Ma tutto ciò non vale affatto per i The CracKers, che riescono nei loro intenti, forti di una sicurezza invidiabile e di un songwriting sottile e vincente. Un altro punto a favore è la capacità del disco di scorrere via in un attimo, nonostante la durata non brevissima (circa tre quarti d’ora). I brani alternano tempi rapidi a momenti più lenti, freddi o malinconici. Su tutti la struggente, strumentale Uncomfortable Silences, dall’autunnale capogiro emotivo.

Il ruolo chiave delle voci e delle melodie

Quasi non si riescono a definire le coordinate stilistiche, tanta è la bravura dei ragazzi nel saperle diluire e fondere tra loro. A pitturare ulteriormente il tutto contribuisce una venatura rock/post-punk, utile per soddisfare anche i palati più esigenti. Fondamentali le parti vocali di Gianmarco, abile nel trasmettere apatia e cupo disagio in un’alternanza di profondità e teatralità.

Senza preavviso ci ritroviamo dietro a una melodia particolare o a un refrain ricorrente. L’opener Hypnopaedia ne è un perfetto esempio. Tratti nebulosi e onirici dominano invece una delle tracce migliori, You Don’t Know. Ogni canzone ha la sua piccola arma segreta: Distorted Voices trascina in modo naturale, mentre la title track si muove in disparte, osservandoci come uno spettro. Una canzone atipica, proprio per questo estremamente interessante. Anche se, probabilmente, finirà per essere tra le meno comprese.

The New, The Same ha invece tutte le carte in regola per diventare un tormentone live grazie al suo ritornello azzeccatissimo. Separate Ways mi conquista in pieno e mi catapulta nel mood alla This Empty Flow. Anche se non so se la somiglianza sia voluta, poco importa. È bello quando la musica ti travolge con il suo potere evocativo.

In definitiva, un esordio da tenere d’occhio. Se vi piace lo spirito rock applicato alla materia dark, non c’è motivo per restare delusi. Inoltre, So Here’s The Thing è un album che si adatta a più contesti: perfetto per un ascolto in solitaria, ma efficace anche in condivisione o per puro svago. Un duplice utilizzo che tante altre produzioni – magari anche più raffinate – possono solo sognare.

A volte serve musica che sappia alleggerirti da certi momenti ingombranti. E proprio per questo, i The CracKers avanzano, rispettosi, la loro candidatura.

  • 70%
    - 70%
70%

Summary

Autoproduzione (2013)

Tracklist:

01.Hypnopaedia
02.You Don’t Know
03.Distorted Voices
04.So Here’s The Thing
05.The New, The Same
06.Separate Ways
07.But Inside Doesn’t Matter
08.Uncomfortable Silences
09.Stendhal Syndrome

Commenta