Augrimmer – Nothing Ever Was

Nothing Ever Was rappresenta il secondo parto in casa Augrimmer, la band tedesca (ancora spalleggiata dalla ottima Northern Silence Productions) da alle stampe un lavoro semplice, melodico ma solamente a tratti totalizzante. Usano certamente bene la melodia, ma non sempre riescono a supportarla poi al meglio. Come inermi spettatori assistiamo ad un lavoro sufficiente, in qualche modo incompleto, dai tratti vagamente inconcludenti.

Pensando al catalogo dell’etichetta l’esortazione sarebbe quella di dirigersi prontamente su altre scelte, eppure un suo ascolto Nothing Ever Was se lo merita, chissà non possa travolgere qualcuno di voi in maniera diversa o giù di lì.

Classica intro e poi via rapidi con otto canzoni veloci, epiche e dal taglio melodico. Il loro black metal non è certamente decorato di esagitata cattiveria e blasfemia, ai Nostri piace un sacco armonizzare e riempire con “ritmo catchy” le varie songs.

Barbarism Rises non potrà che ricordare il sound degli Immortal (o più ampiamente il black metal epico dei mostri sacri norvegesi), ficcante e trascinante svolge perfettamente il ruolo di spianatrice dell’opera. Atmosfere riflessive per The Coffin Host dove un’oscura e tambureggiante batteria regge sottili fili fatti di epico trasporto.

La produzione si merita un plauso per come riesce ad impreziosire il sound, per il suo scavare in continuazione dentro l’animo, tingendo di oscurità e misticismo la faccenda (come ben fa la copertina mi vien da dire), quanto potrebbe esserlo una profonda crepa nella roccia. The Sad King Of Mankind mette in mostra le capacità strumentali e di composizione della band mentre Heir Of he Black Flame si apre epica e chiaramente ispirata al passato (le rimembranze alla Mercyful Fate si sprecano, giusto per ribadire la forte presenza di venatura classiche), poi si evolve grazie a soluzioni dinamiche che la faranno spiccare come una delle migliori (strani sapori che prendono forme “avulse” ma piacevoli).

E’ sognante The Voice, il cantato pulito ben pronto nell’assumere uno straniante ruolo di comando (le orme partono dai Bathory e arrivano fino ai Borknagar). Pietrificante e conseguenzialmente gelida Azure Doom, brano di sicuro affidamento, idoneo a rappresentare -e a far capire- cosa diamine succede su Nothing Ever Was. Harbinger Of The Night vale come una sorta di ponte verso la lunga e conclusiva The Janus Face, ennesima conferma che il potenziale c’è, e il valore poteva essere -con alcuni accorgimenti- di proporzioni molto più eclatanti.

Per fiducia e piacevolezza Nothing Ever Was merita quindi il suo giretto di routine nel lettore, in fondo si parla pur sempre di un’uscita prodotta da professionisti del settore, indirizzata ai cultori del settore.

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Summary

Northern Silence Productions (2012)

Tracklist:

01. Shadows
02. Barbarism Rises
03. The Coffin Rust
04. The Sad King of Mankind
05. Heir of the Black Flame
06. The Voice
07. Azure Doom
08. Harbringer of the Night
09. The Janus Face