Atmosfere desolanti, abili nell’appagare e sempre narcotizzare i sensi in poco ma esaustivo spazio (sei diverse vibrazioni e meno di mezz’ora bastano tutte). Gli australiani Norse sono da sempre abituati a svolgere le faccende di casa completamente da soli (giunti a questo punto abbiamo già due dischi alla spalle), forse non potevano ipotizzare l’arrivo e la conseguente persuasione della Transcending Obscurity, etichetta che ha fortunatamente dato lustro al loro mini cd Pest, un prodotto che rischiava seriamente di trascinarsi (e di “morire”) in qualche oscuro angolo, dimenticato dai più (la nascita risale al 2014, la ristampa poco dopo, durante i primi mesi del 2015).
La loro musica agisce su tonalità dissonanti, e si compiace nel guardare i volti delle proprie vittime durante l’escoriazione sonora accuratamente perpetrata. Non è musica semplice, la fruizione dovrà agire su più livelli (alcuni dei quali necessariamente freddi) prima di esibire i risultati auspicati.
Livelli ed incastri meccanici che lasciano trasparire solo un lontano spiraglio di umanità, la loro musica impatta e fa ingressi decisi, atti a stupire tramite un mescolamento di carte che va dal black al death metal (il primo prevale nelle scorribande) passando per lidi vagamente industriali o comunque dall’anima asettica più che accentuata. L’ascoltatore rimarrà a “media distanza”, indeciso sul da farsi, incapace di capire quanto realmente i Norse vogliano farlo avvicinare o meno. Si percepisce una certa maestosità di base, forse non la si toccherà in modo completo alla fine, ma il messaggio in qualche modo (diciamo abulico) riesce a giungere beato e saldo a destinazione.
La mietitura delle chitarre crea “dispettosi” vortici, accavallati a loro volta (in maniera ossessiva) a nuovi vortici, seguiti minuziosamente dall’incessante avanzamento di un batteria “bianca”, pulita, usata come efferato strumento chirurgico, ideale compagna per i risultati inumani probabilmente ricercati nelle prime intenzioni di base. Pest è un regalo per chi va a nozze con ultimi Mayhem, Abigor, Dodheimsgard e Deathspell Omega (che in questi casi calzano sempre a pennello), un regalo a suo modo più semplice da digerire per forma, propositi e durata. Abbandonatevi dentro questo serpeggiante ed austero tunnel, a smuovervi ci penserà un moto ondoso carico e dall’animo diffidente.
Due parole di merito vanno sicuramente alla copertina dall’impatto immediato (l’unica cosa ad agire istantaneamente a ben vedere), capace di stamparsi in mente già dopo pochi secondi, quando arte e musica si uniscono così bene il matrimonio si lascia ricordare come un fatto del tutto positivo.
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72%
Summary
Autoproduzione (2014), Transcending Obscurity (2015)
01. Encoded Weakness
02. Disarmed, Toothless, Weak
03. Pest
04. True Insignificance
05. Irradiator
06. Aimless