Non è mai scontata la creazione di un buon mini-album. Il più delle volte si rivela solo un pretesto, un semplice “riempitivo” con poco di realmente nuovo registrato sopra, o – peggio ancora – nulla di interessante da dire. Eppure, quelli ben concepiti come Alone degli Spiral69 (spesso la pressione di dover completare a ogni costo un full album finisce per tagliare le gambe alla creatività) riescono a ritagliarsi un posto speciale nella memoria. Talvolta persino più di certi dischi completi ma non del tutto riusciti.
Riccardo Sabetti sembra conoscere molto bene questa dinamica. Tramite la sua nuova etichetta Rehab Records lancia sul mercato Alone. Un lavoro che potrebbe tranquillamente avere come sottotitolo: “sei composizioni di rara, passionale raffinatezza”.
La prima cosa che colpisce è la varietà di questi sei brani. Nessuno uguale all’altro, nessuno che richiami il precedente se non per la comune provenienza. Lo stile Spiral69 è ben riconoscibile. Viene soprattutto esposto con chiarezza e curato a dovere nei minimi dettagli. È come se ci venisse proposta una galleria di nuovi prodotti dallo stesso autore, ma ciascuno con una propria anima distinta. Le canzoni prendono subito direzioni diverse, quasi a suggerire: “la strada futura la sceglierete voi, in base all’accoglienza”.
Nasce così una sorta di sfida implicita. Una trama secondaria non cercata ma inevitabile, con sei potenziali singoli pronti a contendersi l’ambito primato.
L’abilità di modellare suoni ed emozioni è qui esibita con una semplicità disarmante, generando una sorta di catarsi. Lasciarsi attraversare da questa mezz’ora di malinconia dark-pop – intensa, testarda fino all’osso nel perseguire i propri scopi – non è mai stato così sadicamente indolore.
Si parte con la danza elettronica e oscura di We’ll Find Each Other in the Dark (il suo crescendo è una finezza), per poi passare alla sensuale e al tempo stesso sbarazzina Naked, con la voce roca di Sabetti a recitare in veste di suadente incantatrice. Seguono il trip/ballad tormentato di You’re Mine, e la passionalità soffusa di Rose, intrisa di un sentore dark cabaret (i fan degli Spiritual Front la adoreranno, così come l’ultima traccia Cruel, “lentone” viscerale e ineluttabile).
When the Angel Leave ambisce al ruolo di “tormentone”, la classica canzone che all’inizio ti spiazza o addirittura ti disturba (sì, proprio una stronza!), ma che poi si insinua con una forza sadica. Fino a diventare quella che – non si sa come – aspetti ogni giorno come una tua dose personale.
Evitare Alone sarebbe un errore solo vostro. Gli Spiral69 ci hanno messo davvero “tanto” di loro in questo lavoro. Così tanto che risulta impossibile non accorgersene.
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75%
Summary
Rehab Records (2014)
Tracklist:
01. We’ll Find Each Other In The Dark
02. Naked
03. You’re Mine
04. Rose
05. When The Angels Leave
06. Cruel