Nervosa – Victim Of Yourself

Chissà cosa sarebbe successo se….

…le Nervosa anziché un tris di convinte donzelle fossero stati I Nervosa, un terzetto di brutti ceffi barbuti con addosso l’unico intento di proporre al popolo metallico una sana dose di thrash metal scopiazzato qui e là, senza premurasi di somigliare troppo a questi piuttosto che a quelli. No, non c’è bisogno del “chissà” per avere una risposta a tal quesito perché l’album di debutto Victim of Yourself non se lo sarebbe filato nessuno, o meglio, magari qualcuno si, giusto qualche fanatico di vecchia data o ultim’ora ancora oggi bisognoso di scuotere la capoccia con un disco sentito e ri-sentito migliaia di volte (non c’è nessun male in ciò, in fondo lo faccio anche io), d’altronde è la passione che ce lo fa fare no?

Lo ammetto sono partito abbastanza prevenuto nei confronti di codeste Brasileire, una volta appreso del loro ingresso in casa Napalm Records ho fiutato il business lontano un miglio, va da se che ormai l’etichetta è diventata lo spettro di ciò che era un tempo, ormai il gioco è semplice ed è “dare all’attuale pubblico metal quello che esattamente vuole”; quindi se il “popolo” vuole vedere donzelle sbraitare, pestare strumenti e quant’altro (meglio se di belle sembianze) o vedere la loro convinzione sgorgare fiera e più metallica che mai, bene, diamogli tutto questo e ne saranno felici, in fondo le Nervosa sono solo l’ultimo dei fenomeni di questo tipo -niente contro le donne ci mancherebbe-  ma mi sembra chiaro che molte cose -alcune di molto dubbia qualità- siano diventate “fenomeni acclamati” un po troppo facilmente.

Così non stupisce vedere il terzetto in questione dopo appena un demo arrivare alla corte di Napalm Records, non è la prima volta che accade una cosa del genere e nemmeno sarà l’ultima. Certo, sarebbe stata meglio un poco di sana gavetta (leggasi “meriti”), come hanno fatto in tanti, in ogni genere o nel thrash metal nello specifico, ma i tempi moderni necessitano di manovre moderne, la ricerca della “big sensation” quasi un ossessione, non importa se poi la si abbandonerà dopo la prima delusione (il gioco vale quasi sempre il prezzo impegnato). Sentiremo parlare a lungo delle Nervosa? Spero di si, perché vorrà dire che il loro percorso si sarà fatto di certo un poco più interessante, e vorrà anche dire che in fondo: “ci credevano veramente”.

Sono troppo negativo lo so, ma d’altra parte leggere certe dichiarazioni ha incrementato in me tale sensazione, la goccia che ha fatto crollare tutto è stata la manovra commerciale preparata in maniera minuziosa dall’etichetta, ovvero chiedere ad un certo numero di “grandi della scena metal” un commento sull’emergente terzetto brasiliano e così abbiamo i nuovi proclami come “release vincente, tantissimi nuovi fans assicurati” o “number 1 female thrash metal band ever” e “Nervosa è il nome perfetto per la musica brutale tecnica ed aggressiva che queste ragazze compongono, hanno tutto per seguire le orme dei più famosi terzetti come Motorhead, Destruction e Krisiun“.

Quello che mi fa sorridere è immaginare uno Schmier, un Andreas Kisser, Max Cavalera o Alex Webster comunicare tali motti dopo aver ascoltato di sbieco magari un solo brano o poco più (non ci credo che si siano messi ad ascoltarlo tutto, nemmeno se me lo giurano). Il solo pensiero che tale “escamotage” funzioni realmente sulle persone mi fa preoccupare sul “chi” si fa così leggiadramente infinocchiare e sul come si sia arrivati a tutto ciò.

Ma prima di parlare “poco bene” bisogna provare, esaminare, fare almeno un piccolo sforzo e così ho fatto. Prima è uscito il video della canzone Death, e qui ho cominciato a nutrire dubbi sulla mia malafede, il video non era poi così male, e nemmeno la canzone che in fondo in fondo, non mi dispiaceva. Li per lì ho pensato “stai a vedere che ti stavi sbagliando“. Purtroppo l’ascolto del disco nella sua interezza ha invece consolidato le sensazioni negative, giusto Death e la prima Twisted Values sono rimaste a galla in qualitò di salvagenti, il resto mi ha gettato addosso tanto, tanto sconforto. Victim Of Yourself arriva a fare quello che un disco thrash d’impatto non dovrebbe fare, ovvero annoiare, tutto troppo uguale, troppo banale (gli apici in tal senso li ho registrati su Nasty Injury, Into Mosh Pit e Deep Misery). La bella Fernanda sembra che non abbia fatto altro che ascoltare l’operato di Schmier e dei suoi Destruction (in seconda battuta i nostrani Necrodeath), e anche questo non è male, anzi sarebbe anche giusto e sacrosanto se dosato adeguatamente con altro, solo che “l’altro” non c’è, e si finisce ben presto con la testa da qualche altra parte (la peggiore delle cose è che sembra di essere portati a zonzo da un pilota automatico), la musica diventa un “contorno” quando invece dovrebbe catturare senza tregua.

Tolto tutto ciò bisogna dire che il disco è registrato davvero bene, il sound è calibrato e in tiro (di sicuro accrescerà le esigenze del pubblico in sede live), loro suonano bene e soprattuto pulite (forse un po’ di grezzume in più non avrebbe guastato). Ovviamente il mio giudizio negativo andrà controcorrente ai più perché immagino che molti ne resteranno catturati/soggiogati, io resterò li a chiedermi -per ora perché non si sa mai che le cose cambino- molto pacatamente del perché.

Qui sembra tutto una missione: musica, copertina, acconciature e poi io che scrivo tutte queste cose. Se il thrash metal è il vostro credo provate magari a darci un ascolto, e non date retta a questo sproloquio.

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Riassunto

Napalm Records (2014)

Tracklist:

01. Intro
02. Twisted Values
03. Justice Be Done
04. Wake Up and Fight
05. Nasty Injury
06. Envious
07. Morbid Courage
08. Death
09. Into Mosh Pit
10. Deep Misery
11. Victim of Yourself
12. Uranio Em Nos