Dalle terre aride alle stelle: l’esordio mistico di Tome of the Unreplenished
Antiche forme modellate sulla scia di lunghi echi misteriosi. Impossibile, inizialmente, non notare una provenienza più che insolita: è infatti l’isola di Cipro a benedire l’esordio di questa one man band chiamata Tome of the Unreplenished. Il suo Innerstanding lavora per rilievi e perenni ricerche sensoriali ed emotive. In appena quaranta minuti – sussurrati, quasi bisbigliati – verremo trasportati soavemente dall’arida terra fino a un’aria sospesa e distaccata, attraversando acque luccicanti e tiepide, e speciali lastre marmoree. La violenza non si manifesta mai nella sua forma più diretta. Non è mai il tratto dominante, ma interviene per scuotere, per chiudere quadri atmosferici di ampio respiro.
La sospensione è sorretta da tastiere pronte a infilzare il sound con cristalli sonori (tanto da poter collocare l’album nella sfera dell’“ambient black metal”). Mentre le chitarre, quando non mordono, decorano lo spazio con melodie mistiche e pensierose (Take Me to the Stars), o vagamente epiche (Emanation of the Purest Essence). Si potrebbe definire il progetto come melodic black metal, ma con il suo lato più ruvido tenuto accuratamente in disparte. Consigliato a chi mastica band come Woods of Desolation, Austere (in effetti, se non sapessimo di Cipro, l’Australia sarebbe la candidata naturale), ColdWorld, Heretoir, fino a sfiorare territori cari ai Summoning, ma solo grazie alla persuasione ritmica dell’ultima traccia, The Precessional March.
Fili invisibili e meccanismi emotivi: l’arte di comunicare con il suono
Un lavoro oscuro e laterale, che si premura poco dell’uso delle parole (la parte strumentale occupa gran parte del minutaggio, mentre la voce assume il ruolo di narratrice). Si affida invece alla volontà assoluta di comunicare a ogni costo attraverso un linguaggio “innato”. Un tentativo limpido di muovere “fili invisibili”, meccanismi attivabili solo in modo imprevedibile e solo sotto una fitta e adeguata esposizione. Per lasciarsi andare, bisogna far combaciare queste condizioni. Solo allora Innerstanding riuscirà a penetrare le vostre difese, difese che, sotto certi aspetti, tenteranno ogni resistenza prima di arrendersi.
Quello dei Tome of the Unreplenished è un disco facile da ascoltare, ma non altrettanto da amare. Una semplicità strana, che richiede tempo e soprattutto il momento giusto per sbocciare. Va masticato, assimilato, spogliato del suo guscio protettivo prima di poterne assaporare l’essenza che c’è, ma arriva quieta e leggera, sotto forma di gustose vampate.
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70%
Summary
I, Voidhanger Records (2015)
Tracklist:
01. Anima Mundi
02. Take Me to the Stars
03. Emanation of the Purest Essence
04. Transcended Body
05. Planetary Transmissions
06. A Monument in Time
07. The Precessional March