Onirik – The Fire Cult Beyond Eternity

E’ sempre un enorme piacere approcciarsi ad un nuovo disco degli Onirik. La band di Gonius Rex riesce sempre a stritolare meticolosamente, carpendo importanti lezioni dai maestri norvegesi, ma senza finire per scopiazzare lo spartito in modo sciagurato. Inaleremo tutta la malinconia portoghese ancora una volta, con piedi saldi dentro un percorso che ha saputo prendersi tempo –riacquistando la necessaria voglia- dopo il rilascio dell’importante Casket Dream Veneration.

Dopo la creazione ed una prima gestazione il progetto Onirik iniziò la sua strada per quanto concerne i full-lenght nel 2005 con Songs for the Apocalipse (disco che presi ai tempi e che naviga da qualche parte nella mia collezione assieme al successivo Spectre); lavoro se vogliamo acerbo ma in grado di lasciare per terra i semi di ciò che sarebbe stato da lì a poco.

Uno primo step evolutivo si era preso nel 2009 con After Centuries of Silence, disco che iniettava quelle prepotenti e fetide iniezioni tipiche dell’approccio portoghese; ma era con il già menzionato Casket Dream Veneration che Gonius Rex arrivava a scrivere la propria opera magna. E l’album echeggia ancora oggi, a distanza di ben cinque anni sulle note del nuovo The Fire Cult Beyond Eternity, un lavoro che non arriva a scalfire la superiorità del suo predecessore, ma che non tenta neppure di scimmiottarlo più di tanto.

Certo, una linea è stata ormai tracciata e le coordinate sapientemente mantenute, solo che The Fire Cult Beyond Eternity finisce per essere più carnale e rituale, accentuando l’amore nei confronti dei primissimi Satyricon (fuori i fazzoletti!). Nel frattempo la I, Voidhanger Records si è fatta giustamente avanti dando visibilità e giusta veste ad un disco che finirà senza troppi problemi nelle case dei veri apassionati.

Con The Fire Cult Beyond Eternity gli Onirik suonano un black metal adulto, maligno, ben consapevole di cosa voglia dire calcare oggigiorno questa particolare scena. Le canzoni lavorano ad ampio raggio con tocchi di dissonanza opulati e mai eccessivo/ossessivi. Il riffing trascina l’ascoltatore dentro un pozzo oscuro con fitte trame ciondolanti mentre alla batteria troveremo l’egregio tocco “certosino” dell’ospite Dirge Rep (un nome che in molti ricorderanno con nostalgia grazie ai suoi trascorsi con Enslaved e Gehenna).

Il disco avanza con la dovuta sapienza (ogni traccia abbraccia con calore quella successiva), mentre la fretta girerà appositamente alla larga per favorire il soggiorno dentro questo luogo si fatiscente, ma anche ricco di illuminanti “fiamme mortali”. Saranno da notare e conservare gelosamente alcune “leziosità” (qui si erge Assigned to the Inexorable Flames) sparse all’interno di una marcia implacabile che trova degna conclusione sulle languide note dell’ultima Apathy of Might.

Il nome Onirik scaglia la propria pietra con piena consapevolezza, questa loro quinta opera su lunga distanza mantiene il passo ed ingigantisce ulteriormente l’importanza di un monicker in piena ascesa

73%

Summary

I, Voidhanger Records (2020)

Tracklist:

1. Cult Beyond Eternity
2. Trapped in Flesh, Blood and Dirt
3. Assigned to the Inexorable Flames
4. Melodies of Reflection and Praise
5. Granted the Vision, Molded into Stone
6. Murmurs of the Aging Vessel
7. Apathy of Might