Morbidity: quando l’entusiasmo conta più della novità
Andiamo a trattare una sorpresona proveniente dal Bangladesh: si chiamano Morbidity, si formano nel 2011 e l’anno successivo pubblicano il loro primo demo, Pits of Eternal Torment. Il passo verso il debutto Revealed From Ashes è relativamente breve, ma in un mondo sempre più inflazionato dal morbo della velocità, questo non fa più notizia. A stupire, invece, è proprio la forza di questa mezz’ora di musica. Volutamente old school, ma capace di arrivare fresca e ruspante, senza stranezze forzate né sbadigli maldestri.
Alla fine, ci si ritrova a guardare a questo disco non solo come a una classica testimonianza del passato, né come a un semplice esercizio di stile. Revealed From Ashes non si limita a rievocare ricordi: sfrutta l’entusiasmo come vero e proprio grimaldello espressivo, ed è qui che risiede la sua chiave di volta.
Il legame con il disco scatta in fretta, proprio come accadeva una volta. Al primo ascolto si resta colpiti dalle capacità della band, soprattutto da un sound bello mortifero, eppure capace di emanare pulsazioni vive e vibranti. Impossibile non lasciarsi andare a un guaito di gioia ricordando i tempi in cui Death o Massacre mettevano a ferro e fuoco la scena, con gli Slayer a osservare e gli svedesi Merciless a benedire (giusto per restare in ambito europeo).
Una bomba death metal impossibile da disinnescare
Immediato il feeling, immediato il risultato. Il primo ascolto dice già moltissimo. Bastano pochi minuti per capire se apparteniamo ancora a questo mondo o se, invece, le solite cose hanno cominciato davvero a stancarci. Da questo punto di vista, Revealed From Ashes è un vero banco di prova. Personalmente, lo vedo come un grande raggio di speranza: la dimostrazione che si può fare benissimo anche solo con vecchie e care idee. Spesso non bastano le canzoni. E’ ciò che sei a determinare come suonerà il tuo disco, il feeling, l’anima che ci metti, il modo in cui rendi totalmente tuo ciò che vuoi, ossessivamente, tributare.
Le chitarre premono, taglienti e persino “oleosamente” melodiche a tratti. Le sferragliate di doppia cassa sono l’accompagnamento naturale, mentre il vocione profondo e arcano intona gli epiteti di rito. La profondità del basso è opprimente ma non ostacola mai l’avanzare inesorabile dei brani, che scorrono snelli, rapidi e irrefrenabili. Alcuni stop’n’go spezzano l’andamento, mentre riff ora striscianti ora serrati si alternano con naturalezza. Gli assoli, brevi e diretti, non smorzano mai l’entusiasmo: si faranno presto voler bene.
Sette canzoni più un’intro. Difficile far scorrere trenta minuti in modo più rapido ed efficace. Revealed From Ashes è una bomba impossibile da disinnescare, meglio quindi iniziare subito a scavare una buca per contenerne l’esplosione. I Morbidity ci consegnano un biglietto da visita importante. Se il vostro pensiero dovesse risultare contrario, potrebbe semplicemente significare che la maledizione del death metal non alberga più nel vostro corpo.
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70%
Riassunto
Memento Mori (2014)
Tracklist:
01.Decaying Souls (Intro)
02.Incarnation of Death
03.Let there Be Chaos
04.Morbidity
05.Pits of Eternal Torment
06.SkullCrusher
07.Unholy Resurrection
08.Revealed from Ashes