Funeral doom dalla Germania con i Dispersed Ashes (qui al traguardo del secondo disco), ed occasione per farsi notare da parte della piccola Rain Without End Records.
Stiamo parlando di un disco limitatissimo, che farà sicuramente gola ai seguaci dei suoni più lenti in circolazione. Non avevo grosse aspettative visto che non conoscevo la band prima di incontrare The Nature of Things, però l’istinto mi guidava verso un qualcosa di sensazionale, così, senza motivo apparente. Devo dire che alla fine una certa costanza ed un giusto mood hanno pagato, rendendo questa fatica apprezzabile, e generatrice di una sua curiosità.
L’istinto a volte ti invoglia a dare qualcosa in più, in altre invece si toglie a malincuore qualcosina. Qui ci troviamo nella seconda situazione, non tanto per me, ma perché credo che questo disco potrà realmente interessare poche anime. Il voto ideale sarebbe attorno ad una abbondante sufficienza, ma purtroppo vado al ribasso, perché bisogna essere “reali” feticisti del genere per poter riuscire a digerire tutta questa lentezza, bisogna essere navigati per resistere ad una colata del genere di sofferenza e negatività. Solo in quel caso The Nature of Things potrebbe iniziare a solleticarvi timidamente per trasportarvi nel suo completo grigiore. Il percorso si fa da subito impervio e da li non si sposta sino alla inevitabile conclusione.
Praticamente impossibile prescegliere qualche spunto migliore o peggiore, tutto giunge in modo molto piatto e bisognerà essere molto bravi a resistere per scavare oltre quel suono “morto”, affiancato degnamente da una prestazione vocale chiusa e ben poco espressiva. Di fatto c’è un bel legame fra le cose, se sia voluto o meno non è dato saperlo, ma il risultato non è infine affatto male.
Questo è uno di quei dischi in grado di stuzzicare la mia curiosità, lo comprerò certamente e ci tornerò sopra nei momenti giusti, c’è un qualcosa di malsano che mi spinge a cercare di capire quanto ci sia di particolare in questo album (nel suo mood, di certo non è questo il disco dove bisogna andare a cercare ostinata innovazione). Un’opera che fa bene al genere nonostante sia ben distante dallo arrivare alla parola capolavoro. Il classico album da citare per “farsi belli” e veri intenditori del genere.
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Riassunto
Rain Without End Records (2012)
Tracklist:
01. I Cried at the Sun
02. On the Nature of Things
03. Burnt Over
04. With What’s Left of the Night
05. Promise Me
06. To Create Death’s Memory