Lethian Dreams – Season Of Raven Words

Carline Van Roos è una grande artista, una persona capace di esprimere un sentimento profondo, sempre e ovunque. Chi la segue, di certo, non si sarà lasciato sfuggire i pregevoli dischi firmati Aythis e Remembrance. Di riflesso, è difficile restare indifferenti anche al monicker Lethian Dreams, che con Season of Raven Words ha raggiunto il suo secondo album di lunga durata.

Sul progetto Lethian Dreams, la cantante francese – accompagnata da Matthieu Sachs, anch’egli noto per il suo lavoro nei Remembrance – dà sfoggio a tutta la grazia onirica che le appartiene. Un’energia certamente esaltata dal muro elettrico pazientemente cucitole addosso, capace di avvolgerla come un guanto. La sua voce, velata e “lamentosa”, ha bisogno di tempo per far sbocciare i primi fiori; ma quando ciò avviene, sarà impossibile sfuggire al suo abbraccio. Sono i contorni rarefatti e impalpabili a dominare l’opera, un obiettivo ben chiaro e perfettamente raggiunto dai protagonisti (non è da tutti riuscire a farlo così bene). Per un concept intriso di emozione, fragilità, sogno e quieta malinconia.

Va detto che nessun brano cattura fin da subito. Il disco richiede un percorso d’ascolto paziente, necessario anche per entrare in sintonia con la voce. Ne consegue che, dopo i primi ascolti, risulta difficile definire con chiarezza i suoi pregi e difetti. Con Season of Raven Words nulla è immediato: è necessario lasciargli il tempo che merita, permettergli di agire con le sue armi – che, naturalmente, non contemplano il principio del “tutto e subito” – senza la fretta di ottenere risposte.

Si tratta di un gothic metal sinceramente ispirato, pensato per soddisfare unicamente l’urgenza artistica. Le parti catchy sono assenti, così come i ritornelli facili o accattivanti. C’è solo una profonda lentezza, con qualche piccola eccezione: Dawn, Wandering, Satyrs e Roads presentano momenti che si avvicinano al black metal più dilatato e melodico in circolazione. Il tutto, però, senza mai eccedere, con una naturale eleganza che sembra quasi suggerita, come un’assenza che non si è certi di percepire davvero. Il gruppo rimane sempre fedele ai confini che si è prefissato, con cura e dedizione.

Un incedere lento, disperato e romantico: è così che dovrebbe sempre essere il gothic doom metal. Passione per la decadenza, per i pensieri irraggiungibili o, ancor meglio, inafferrabili. Alla fine, Season of Raven Words è proprio questo. Un inseguimento costante di qualcosa di evanescente, una leggiadra nebbiolina che lascia appena intravedere ciò che più si desidera. Forse ci verrà concesso di scorgerne il contorno, ma mai il soggetto nella sua interezza. Anche la distanza dalla parte estrema è chiaramente percepibile, ma mai abbastanza da spingere verso altre etichette oltre quelle già citate.

Lasciatevi abbracciare e incantare da una tracklist priva di momenti zoppicanti. Qui è l’insieme a vincere. Questo è un disco che va vissuto per intero, solo così potrà restituire qualche effetto sperato. Vi accorgerete – o forse solo intuirrete – “quel” qualcosa di concreto, vicino al suo reale valore, sulle note di White Gold.

Mai confusione fu più dolce e sadica di questo lento incedere di quarantadue minuti.

  • 75%
    - 75%
75%

Summary

Orcynia Records (2012)

Tracklist:

01. Dawn
02. Wandering
03. See
04. Raven
05. White Gold
06. Invisible
07. Satyrs
08. Roads

Commenta