Deadlock – The Arsonist

I Deadlock, band tedesca, sono in giro dal 2002 con il loro primo full-length, ma non avevo mai ascoltato una loro canzone fino a poco tempo fa. Poi, grazie alla promozione targata Napalm Records, mi capita di incrociarli quasi per caso. Un primo ascolto veloce e superficiale, e li etichetto subito come una classica “commercialata”: tutto troppo patinato, senza il minimo impatto emotivo.

Eppure, The Great Pretender – non so come, né perché – inizia a insinuarsi nelle vene, complice quel ritornello martellante: “I will follow… follow”. Incredibile come possa cambiare la percezione di una canzone che inizialmente sembrava del tutto trascurabile. Da lì, trovo il coraggio di superare lo scetticismo e affrontare The Arsonist (nel frattempo sono giunti al sesto album), e mi ritrovo ora a parlarne in termini decisamente positivi. Resta chiaro – lo sottolineo in rosso fuoco – che si tratta di una delle “commercialate” più spudorate in circolazione. Ma, e qui viene il bello, se fossero tutte così!

L’operazione riesce in pieno. Fondere una componente estrema (va inteso con le dovute proporzioni, ma c’è) con un’anima pop, zuccherina e accessibile, incarnata dalla voce di Sabine Scherer. La sua timbrica potrà risultare indigesta a molti – forse pure a parecchi – ma può anche generare una sorta di dipendenza. Io, inutile dirlo, faccio parte della seconda categoria. Una voce morbida, quasi eterea, che si incastra e si scontra alla perfezione con l’aggressività vocale di John Gahlert. Le linee vocali funzionano, si imprimono nella memoria in fretta e, sebbene inizialmente possano sembrare banali, riescono a superare le aspettative di chi si approccia con pregiudizi a questo tipo di proposta.

Quante volte capita di apprezzare il ritornello ma detestare la strofa, o viceversa? Ecco, con i Deadlock il problema non si pone (almeno per me). Ogni passaggio ha la sua forza, la sua freschezza, la sua imprevedibilità. Scorrere la tracklist è un piacere continuo, come aprire una busta di caramelle miste sapendo bene il rischio… ma trovando, fortunatamente, solo gusti azzeccati. Spero valga anche per voi. Certo, serve una certa apertura mentale – termine che detesto, ma che qui è davvero appropriato – e la voglia di guardare oltre la superficie. Oltre quella “purezza” metal che qui non troverete. E va benissimo così.

Definire The Arsonist con un’etichetta è impresa ardua: leggo spesso “melodic death metal”, ma a mio avviso è fuorviante. I Deadlock fanno semplicemente metal moderno e melodico, mescolano riff spesso robusti, a tratti industriali, con melodie dolciastre e un tocco discreto ma efficace di elettronica. Punto.

La doppia identità vocale riprende il classico schema della “bella e la bestia”, e mai come in questo caso il paragone calza a pennello. Lui ringhia e sputa rabbia, a volte in modo forse un po’ eccessivo; lei risponde con leggerezza e melodia, creando veri e propri tormentoni. The Great Pretender, I’m Gone, Dead City Sleepers e la title track formano un’apertura solida e affascinante. Le melodie colpiscono senza nascondersi, e quando ti aspetti un calo fisiologico… ecco la sorpresa: anche la seconda parte del disco regge alla grande.

Spiccano la ballad Hurt, dove Sabine incanta sulla scia di Kari Rueslåtten, e la sorprendente My Pain, che aggiunge una variazione interessante al tutto (senza dimenticare As We Come Undone e The Final Storm). A chiudere il cerchio, una cover inaspettata ma riuscitissima: Small Town Boy dei Bronski Beat, ripescata dagli anni ’80 e rivestita di nuova linfa. Una delle pochissime cover recenti che mi hanno davvero convinto.

The Arsonist è un disco che sa alleggerire senza banalizzare, un’opera che unisce due anime apparentemente in conflitto e riesce, in qualche modo, a farle convivere. Scorre via leggero come un cereale, ma lascia qualcosa. I Deadlock hanno fatto un disco facile da apprezzare, e non richiede neppure troppo impegno. E a volte, è proprio quello che ci vuole.

  • 73%
    - 73%
73%

Summary

Napalm Records (2013)

Tracklist:

01. The Great Pretender
02. I’m Gone
03. Dead City Sleepers
04. The Arsonist
05. Darkness Divine
06. As We Come Undone
07. Hurt
08. The Final Storm
09. Small Town Boy (Bronski Beat cover)
10. My Pain

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