Il fatiscente territorio nostrano rilascia una misteriosa esalazione dal nome HaatE.
Oscurità e atmosfera sono i cardini di questo nuovissimo progetto chiamato HaatE, nato per rimanere, per così dire, nascosto. O meglio ancora, sepolto dalla triste luce del giorno. La possibilità di essere intravisto, elaborato e compreso diventerà ben presto una questione riservata a pochi irriducibili intimi (forse qualche reduce del decennio ’95/’05 potrebbe apprezzarlo più di altri).
L’indubbio valore dell’opera è stato subito recepito (per nostra fortuna) dalla SixSixSixMusic, che ha deciso di regalare un formato fisico a questo lavoro di tre brani, tutt’altro che banale, come la sovrapposizione dei generi dark ambient e black metal potrebbe far pensare. Tranquillità e quiete non mancano, certo, ma niente che cerchi di innovare o stupire. Ed è giusto così: meglio cominciare con sicurezza, per poi apportare eventuali modifiche in futuro, se necessario. Al momento, a dominare è la parte ambient, con la freddezza del black metal che emerge solo di tanto in tanto, per aggiungere ulteriore smalto a delle costruzioni che, da sole, potrebbero benissimo avere una vita propria, grazie al loro incedere e alla loro minima, quasi impercettibile, varietà.
Gli inserimenti delle chitarre sono dosati con grande cura (direi che sono “contati”).Arrivano a lasciarsi desiderare, e sono, infatti, un’arma vincente se esposti in tal modo. Creano un senso di attesa, non si sa mai se torneranno, e questo rende tutto stranamente imprevedibile, pur nella linearità di fondo. Si tratta di un elemento che può essere aggiunto o tolto senza problemi, e solo quando necessario. L’istinto di creazione si cela proprio qui, e certe barriere sono solo fittizie, pronte a essere abbattute e ricostruite. Il percorso di questi tre brani diventa intimo e claustrofobico, opprime, ma allo stesso tempo offre anche l’opportunità di rilassarsi.
C’è solo da essere felici per una musica capace di essere così semplice ancora oggi. Una musica che ti dice: “Fermati, non correre. Dobbiamo riuscire a trovare del tempo per noi stessi. È fisiologico, dobbiamo avvertirne l’esigenza”. E la notte cala presto, grazie a queste buie note. Ti stringe nel suo confortevole abbraccio e ti riaccompagna fino al ritorno a casa, all’alba.
Tre brani, si diceva, tutti sopra i dieci minuti, tutti tenebrosi e arcani. Sinfonie oscure scandite impetuosamente (un fragoroso eco) come nella prima parte di As The Moon Painted Her Grief (e la voce c’è, o è solo suggestione? Alti livelli spirituali, in ogni caso). È il brano più lungo, quello che rende concreto fin dall’inizio l’arrivo alla fine, perché spalma la “colla della percezione” e pianta il seme della curiosità. Crystal è la traccia più onirica, manipolata nelle viscere, carnale nel suo momento di black metal distante, un filo di pura congiunzione astrale.
La seconda parte di As The Moon Painted Her Grief inizia eterea, per poi riportarci a un motivo cadenzato, quasi di riallaccio. Lentamente, il lato sinfonico prende il sopravvento per poi dissolversi, lasciandoci simbolicamente prima al solo ritmo di fondo, e poi allo scorrere delle acque tranquille che decretano la fine definitiva.
Ho paura di esagerare da una parte o dall’altra quando si tratta di dare un semplice voto a lavori come questo firmato HaatE. Non voglio neppure correre il rischio di sbagliare, alimentando troppe aspettative o forse troppo poche. Andate a cercarlo, provatelo (rigorosamente nel giusto mood) e riprovatelo. Da parte mia, il consiglio è comunque chiaro: dovete trovare il giusto tempo per farlo scorrere. La speranza ora è che questo sia il primo di una lunga serie.
Summary
SixSixSixMusic (2014)
Tracklist:
01. As The Moon Painted Her Grief (part I)
02. Crystal
03. As The Moon Painted Her Grief (part II)