Hezaliel – Paradise Lost

Cupi territori dark ambient ci attendono su Paradise Lost, lavoro di debutto per il monicker Hezaliel (progetto tirato su dal belga Steve Fabry, già noto per le sue creature Sercati e The Nightstalker).

Devo ammettere che questa veste sonora ben si addice all’operato di Henry il quale riesce ad imbastire un disco denso, enigmatico e ben orchestrato, capace di scorrere a modo dentro un’ossatura rumorosa/corposa. E’ sempre difficile trovare parole che possano differenziare un disco dark ambient da un altro, alla fine ciò che più conta è l’esperienza personale, e la conseguente reazione a determinati passaggi che possono invero essere meno o più riusciti a seconda dei casi. C’è chi batte su soluzioni “aperte” e chi si mantiene ferreo su tratti perennemente oscuri, direi che Hezaliel con questo disco cerca di accontentare un pochino tutti (su tutte ergo la traccia They Darkned the Land of Nile, piccola-grande gemma emotiva che con me trova terreno fertile). Il dark ambient proposto su Paradise Lost bada al “conosciuto” e non cerca di brillare con colpi di scena repentini o cose simili. Qui ci si accoda ai riferimenti già noti cercando di intrattenere al massimo delle proprie possibilità creative. Il talento e il gusto non mancano, ma se vi aspettate un disco capace di soddisfare esigenze da uscite alla Cold Meat Industry/Cyclic Law rimarrete certamente delusi. Con Hezaliel si esplorano le finezze del genere ma a un livello –se possibile- ancor più underground, Paradise Lost da questo punto di vista riesce a centrare appieno i suoi volenterosi intenti.

La preparazione è tutto, a maggior ragione quando si incontra il nome di un progetto sino a prima sconosciuto. Non tutti hanno tempo di fermarsi a riflettere (oggi più di ieri), soprattutto per mezzo di un genere come il dark ambient che forse più di tutti ha patito la frenesia di questi tempi moderni. Paradise Lost diventa così quell’occasione per tornare a concedersi del meritato tempo oltre che sorta di confidenziale “salto nel vuoto”. E’ l’affidamento delle chiavi dei nostri sacri minuti a qualcuno che saprà come fare per gestirle con necessaria calma e devozione. Musica e suoni gestiti a modo.

Summary

Eighth Tower Records (2018)

Tracklist:

01.The Pit of Hell
02.Altar of Demons
03.They darkned the land of Nile
04.Fallen Angels in a distant Earth
05.The Snake’s deception
06.Before and after the human
07.Reflected in a mirror of sins
08.Paradise Lost