Provate a chiudere gli occhi e ascoltare un qualsiasi pezzo di questo ep degli Urticant.
Vi sfido a indovinarne la data d’uscita. Perché basta chiudere le palpebre e, come per magia, ci si ritrova catapultati nei primi anni ’90, quando suonare black metal significava solo essere primordiali e rozzi, senza altro per la testa. Bastava avere tanta malignità dentro e nessun rispetto per il prossimo. Di più non era richiesto.
Apocalyptical Invocations, in appena sei brani, sconvolge e prende possesso del nostro lato più diabolico. Il black metal degli Urticant è di quello carnale, un tributo evidente e dichiarato al mitico Deathcrush in tutto e per tutto (un paragone che arriva spontaneo; vedremo poi come evolverà il percorso del rodato duo Mortifero/Noctuaria, già noto sotto il monicker Nebrus, di cui abbiamo già trattato il From the Black Ashes.). Il sound è infernale, crudo, e non concede alcuna soluzione melodica.
Apocalyptical Invocations parte dal passato e azzera, senza troppe esitazioni, la componente personale. Meglio non rischiare e fare bene ciò che si sa fare, o tentare strade nuove con il rischio di sbagliare o non essere capiti? Questo è il dilemma, ricorrente e comprensibile. Ma intanto, il disco entusiasma, e nemmeno poco, con le sue soluzioni secche e putride. I sei brani scorrono in un soffio. Noctuaria si conferma ancora una volta “posseduta” dal demone di turno, offrendo una prestazione vocale maiuscola, intrisa di un marcio palpabile.
La produzione sembra davvero uscita da quella lugubre cantina della porta accanto. Fonde in modo perfetto le chitarre con una voce che pare emergere a fatica da una sepoltura prematura.
C’è carica, c’è profondità, c’è immediatezza. In pratica, c’è tutto quello che serve per consegnare a un pubblico “rognoso” un prodotto che sarà anche anacronistico, ma contiene talmente tanto odio da restare aggrappato con forza al suo tempo (2012, per la cronaca).
La tracklist?
Burial of Affections è un incubo perfettamente inscenato,
Intolerant Deathfuck è già un mio personale inno/tormento (riesco già a immaginare gli sfracelli che potrebbe causare dal vivo),
I Am Armageddon si porta dietro un senso di sofferenza e inevitabilità, con riff di alta – e semplice – scuola.
Il secondo terzetto non perdona: prima con la deflagrante Demon Fever, poi con la mefitica Holy Regurgitation (il rallentamento doom qui potrebbe persino aprire nuove strade), fino alla conclusiva Rabid Death, che rilascia nell’aria un retrogusto di deviazione e tormento.
Questo EP prende, cattura, si fa voler bene nel suo ristretto cerchio vitale. Ma soprattutto fa ricordare vecchi tempi e altri modi, quando tutto era più bello, più naturale, più vero.
Non è poi così male, no?
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73%
Summary
Obscurus Records/Schattenkult Produktionen (2012)
Tracklist:
01.Burial Of Affections
02.Intolerant Deathfuck
03.I Am Armageddon
04.Demon Fever
05.Holy Regurgitation
06.Rabid Death
Obscurus Records: cdr in 66 copie
Schattenkult Produktionen: mc in 100 copie