Flusso Delirante Persecutorio – Visioni Di Morte

Viaggio nella negatività sonora: il debutto di Flusso Delirante Persecutorio

Salto nel tempo alla scoperta del progetto Flusso Delirante Persecutorio (ci troviamo esattamente nell’anno 2009). La creatura di Noctuaria – già conosciuta tramite entità come Nebrus e Urticant – si muove in pieno territorio ritual dark ambient, dove l’intento primario è evocare la triste realtà delle cose: l’inevitabile e decrepita discesa. Niente maschere addosso, nessun teatrino, solo pura negatività, resa attraverso una musica dell’orrore senza compromessi.

Visioni di Morte è un lavoro semplice, almeno sotto certi aspetti. Bisogna ammettere che, a volte, il dark ambient acquisisce un valore speciale proprio quando produzione e mezzi sono essenziali, quasi casalinghi. È in questi casi che lo spirito del compositore arriva esattamente dove deve, mentre tutta la cassa di risonanza tecnica passa in secondo piano (molto spesso, invece, accade il contrario: grandi produzioni usate per salvare a stento un prodotto appena sufficiente).

Così ci si lascia andare alla musica creata da Flusso Delirante Persecutorio. Tutto diventa rarefatto, e null’altro conta davvero. Non si bada a vaghe forme-canzone, non si guarda dove inizia un brano e dove ne finisce un altro. Si prende tutto così com’è, e la cosa non potrebbe risultare più affascinante. Ovviamente, Visioni di Morte diventa a maggior ragione un prodotto elitario, un po’ come ogni uscita di questo genere. In certi casi non serve nemmeno essere “preparati”: se annoia, annoia. Fine. È un prodotto che punta dritto a inglobare l’ascoltatore, e quest’ultimo deve per forza essere ricettivo e al massimo delle proprie forze mentali. Altrimenti, l’ascolto si trasforma in una logorroica e inutile perdita di tempo. La classica partita persa ancor prima di essere giocata (ehi… chi ha bisbigliato la parola vita laggiù in fondo?!).

Sei capitoli per una discesa senza ritorno

Sei capitoli. Sei momenti legati da un unico filo conduttore: una serpeggiante discesa nell’oscurità più fitta e immutabile. Si parte con Infanzia Violata, e pare di essere catapultati in qualche vecchio film horror degli anni ’80. Filastrocche, sussurri e tastiere inquietanti fungono da spartiacque per ciò che verrà dopo. L’attesa scandisce i secondi lentamente. Non importa dove siamo, non importa cosa stiamo facendo: tutto assume i contorni di un’autentica agonia, come fossimo vittime di un infinito supplizio condensato in appena quattro minuti e mezzo.

IX Settembre è quasi confortante, come se qualcuno ci sbattesse in faccia un foglio con su scritto: “È finita”, e non resta altro da fare che accettarlo. Il Traghettatore dei Dannati sembra rappresentare al meglio l’artwork dell’album: droni oscuri pronti a fluttuare sopra un mondo pericolante e costantemente insidioso. Semplicemente: undici minuti senz’aria.

Tinte nere, ma più movimentate, emergono in Il Tormento del Defunto Suicida, prima che Predatore Notturno cali il sipario su quest’opera prima davvero interessante… ma purtroppo difficile da consigliare (proprio per questo non oso dare voti).

A me Visioni di Morte è piaciuto. E nemmeno poco. Magari qualche pazzo là fuori potrà sentirlo in modo simile al mio. Perché sì, è possibile digerirlo: basta essere predisposti in qualche modo. È come assistere all’espandersi di una chiazza di pura negatività in maniera passiva, e nessun movimento ci è concesso… se non quello oculare.

Summary

Obscurus Records (2009)

Tracklist:

01. Infanzia Violata
02. L’Attesa
03. IX Settembre
04. Il Traghettatore Dei Dannati
05. Il Tormento Del Defunto Suicida
06. Predatore Notturno

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