Tongues – Thelésis Ignis: un debutto ambizioso ma incompiuto
Nuova proposta da parte della I, Voidhanger Records. L’attenzione, come un richiamo si concentra subito su livelli elevati. Tuttavia, il debutto dei danesi Tongues risulta essere l’uscita meno interessante (o, più semplicemente, la meno riuscita) della tripletta pubblicata dall’etichetta durante la chiusura dello scorso anno (2014).
Thelésis Ignis si muove a cavallo tra un oscuro e rituale black metal e una profonda coloritura death metal. Quest’ultimo elemento finisce per acquisire un valore funzionale ben più rilevante di quanto ci si potrebbe aspettare da un aspetto apparentemente secondario. Eppure, quando si pensa a questo lavoro, il primo pensiero che affiora è indubbiamente legato al black metal.
Caos controllato o confusione? Il suono di Thelésis Ignis
La sensazione dominante è quella di caos, puro caos in cerca di un suo ordine. In questo tentativo si esplorano varie strade: le quattro tracce in scaletta mantengono infatti un denso e mai banale sapore di ricerca. Peccato solo che la risoluzione finale lasci un po’ troppo freddi, forse perché eccessivamente estranea agli oscuri schemi, costruiti con una perizia a dir poco maniacale e quasi possessiva.
Si percepisce il vuoto emergere dalle note, ma saperlo controllare o addomesticare non è impresa da poco. Questo debutto nasce ambizioso e, proprio per questo, rischia di dissolversi nel suo stesso guazzabuglio assieme al proprio potenziale. Potenziale che trova sfogo nella seconda traccia, The Will of Fire, dove coesistono influenze nordiche, greche e rituali alla Deathspell Omega.
Il fatto di trovarsi davanti a un lavoro “debuttante” (dalla durata estesa, 35 minuti, che lascia perplessi: album o EP? come dovremmo davvero considerarlo?) aiuta l’analisi, perché evita il rischio di scadere in un disastro completo.
Segmenti dissonanti, sparsi come in assenza di vento, liberi di stagnare e accumularsi con sadico piacere. Void Meditation è, grosso modo, tutto questo nei suoi dieci minuti. Una compagnia sadica, tutto sommato piacevole, prima di essere rapiti dal tipico riffing nordico – norvegese nell’animo, ma riproposto in modo più serrato alla maniera dei finlandesi – che esplode e poi ritorna in The Will of Fire.
Last Grip of the Hand of Guilt si spegne a fasi alterne, ma si fa forte di una prestazione vocale di tutto rispetto in termini di caratterizzazione e profondità. Chiude l’album Bloodline of the Blind. Sei minuti ritualistici forse un po’ fuorvianti in un’uscita così breve, ma comunque in linea con quanto ascoltato in precedenza.
Conclusioni: un potenziale che resta sospeso
Thelésis Ignis nasce per confondere, per esplorare i recessi. Dare giudizi affrettati sui Tongues potrebbe essere pericoloso. Mi limito quindi a rimanere in un limbo, un luogo che loro dovrebbero comunque apprezzare, al di là del voto “basso” (ma sicuro) che ho deciso infine di attribuire.
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60%
Summary
I, Voidhanger Records (2014)
Tracklist:
01. Void Meditation
02. The Will Of Fire
03. Last Grip Of The Hand Of Guilt
04. Bloodline Of The Blind