La Candlelight Records non si muove a caso proponendo il secondo disco degli americani Woe. Non conosco (purtroppo) l’esordio A Spell for the Death of Man ma sono molto curioso di sapere a riguardo a questo punto, perché il qui protagonista Quietly, Undramatically è cosa davvero buona. Dapprima potrà sembrare un ascolto confuso e fin troppo spigoloso, però l’efficace bellezza non tarderà nello svelare certe potenzialità.
Il black metal americano spopola ormai da diverso tempo, prima generava una sorta di “diffidenza cronica” mentre ora i nuovi gruppi statunitensi sono attesi al varco con appetito a dir poco famelico. Il paragone principale che mi sovviene ascoltando la musica presente in Quietly, Undramatically è quello con i Wolves In The Throne Room, però bisogna anche dire di come gli Woe badino maggiormente a certo grezzume, prediligendo l’impatto e proponendo anche canzoni dal minutaggio conciso.
Già la copertina faceva presagire qualcosina di molto interessante, mi è subito preso un formicolio d’impazienza una volta presa sua visione (anche il supporto di Candlelight Records ci ha messo del suo), e fortunatamente il responso è stato conforme alle aspettative. Con Quietly, Undramatically la formazione ha smesso di essere one man band, l’opener No Solitude pare essere stata messa appositamente lì a sottolineare ciò.
Il leader Chris Grigg ora è accompagnato da due suoi compagni nei The Green Evening Requiem, Evan Madden e Shane Madden (vi dice nulla il nome Woods of Ypres?), il primo alla batteria e il secondo al basso, mentre alle chitarre troviamo anche G.Czapla. The Road From Recovery è la prima vera canzone del full e presenta i Woe con bava o meglio litri di saliva alla bocca, urla sguainate e melodie su tempi sostenuti sono le caratteristiche primarie, le chitarre mordono forte, ricamando accurate strofe trascinanti, assolutamente splendido il riff di chiusura che libera la canzone da una prima “maledetta” parte.
A seguire troviamo la title track, il brano che più di ogni altro mi fa uscire di testa per questo lavoro. Tempi medi e ritmiche sostenute si amalgamano splendidamente creando un affresco sonoro d’altissima qualità (il cantato pulito da il via ad un altro finale con i fiocchi, concreti pungenti brividi). Se nell’Europa dell’Est i gruppi che suonano black metal ci servono bistecche al sangue, quello che portano i Woe sono diverse specialità di roastbeef fine e speziato. Ritmo e malinconia la fanno da padroni su A Treatise On Control (e ancora una volta mi tocca sottolineare come riescano a concludere la canzone magistralmente, sentite qui che roba!), dove i tempi rallentano e si dilatano prima della furia diramata da Without Logic (bastano questi due minuti per scaricare tutta la rabbia possibile).
Per concludere l’ascolto mancano solo due brani, il primo è Full Circle (con i suoi dodici minuti sarà quella più lunga e tortuosa), dove i Woe tirano fuori pure un riff smaccatamente Emperor, poi giocano con la melodia arrivando a sfiorare la bontà della title track. La formazione sa perfettamente quando è ora di accelerare e fortunatamente non rischia di portare alla noia con assidue prolissità, Full Circle è proprio l’emblema di tutto questo. Infine ci si congeda con Hatred is Our Heart e il suo attacco alla Darkthrone che spiana ad uno svolgimento in pura armonica misantropia.
Non è facile trovare qualcosa che suoni così fluidamente, dove ad un feeling notevole si oppone un certo distacco. Caldo e freddo in lotta perenne dunque, per un disco che potrebbe arrivare a significare molto per tanti, ma soprattutto pone le basi per un futuro che si profila a questo punto davvero interessante.
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Summary
Candlelight Records (2010)
Tracklist:
01. No Solitude
02. The Road From Recovery
03. Quietly, Undramatically
04. A Treatise On Control
05. Without Logic
06. Full Circle
07. Hatred Is Our Heart