Saison De Rouille – Caduta Dei Gravi

Rigida e opaca marzialità, disturbante industrialismo: questa è la pelle del debutto francese ad opera dei Saison De Rouille (che scelgono l’italiano per intitolare il disco). Loro sembrano essersi ritrovati per una “session” del tutto particolare. Iniziando senza fretta un percorso che portano avanti in modo lineare, a piccoli tocchi e con innesti crepuscolari. Tutti rintocchi di costruzioni appena accennate e ritmiche industrial/marziali.

È come un cerimoniale recitato con voce estrema ma austera, fiera e ferma. Un ascolto che potrebbe far storcere il naso a chi, solitamente, non si lascia andare a suggestioni dal tocco più diabolico.

Caduta Dei Gravi è un disco solido, sacrale e compatto. Musica che fa della propria linearità il fulcro essenziale. La presenza di un vago spirito neoclassico riesce a elevare ulteriormente composizioni capaci di opprimere e, al contempo, accompagnare l’ascoltatore in un viaggio non privo di pericoli, ma dai tratti personali ed emozionanti.

Grazie allo sforzo congiunto di diverse etichette possiamo finalmente far nostro questo disco (inizialmente stampato solo in vinile, con la versione cd arrivata in seguito e dotata di artwork differente). Costruito su un esclusivo senso spigoloso e su un incedere che non sfocia mai nella follia, ma che resta saldo su un certo tipo di controllo, al punto appena prima della completa pazzia.

Per assimilarlo pienamente, consiglio di consumarlo tutto d’un fiato. Bisogna viverlo come un flusso continuo, senza interruzioni, come se ci si trovasse di fronte a un unico, opprimente e fagocitante brano. Solo così le varie sfumature emergeranno con forza. E nel tormento potremo trovare il filo dell’opera: qualcosa di mai completamente stabile, sempre lì lì per esplodere e deflagrare.

L’incedere creato dai Saison De Rouille cattura. E’ semplice, ma dannatamente efficace. La produzione è fredda – non poteva essere altrimenti – e accompagna il tutto con coerenza. Un ultimo elogio va all’interpretazione vocale, in grado di conferire il giusto grado di pessimismo e fastidio all’opera (è proprio lei a guidare subdolamente il resto della programmazione). Anche l’artwork del vinile merita un plauso, capace com’è di imprimersi da subito nella memoria con grande forza visiva.

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Summary

OPN, Heart & Crossbone, Kaosthetik Konspiration, Ocinatas Industries, Cold Void Emanations, Le Crépuscule Du Soir (2012)

Tracklist:

01. Soleil Lache
02. Abri d’infortune (Trou Noir)
03. Hypercephalee
04. Lumiere irradieuse
05. Sur la chaire des gueules noires
06. Notre monde enfin
07. Korperfall

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