Virulency – Unbearable Martyrdom Landscapes

Virulency: venti minuti di slam death corrosivo

Brutal death metal e Spagna: un binomio spesso vincente, confermato da questo “debuttino” a nome Virulency. Parliamo di un mini CD, roba corta che deve necessariamente sparare le proprie cartucce subito, onde evitare di smarrirsi in pericolosi anfratti. I Virulency sfruttano venti minuti, venti minuti che denotano e sottolineano costantemente tutta la loro voglia di fare e colpire. Non c’è nulla di nuovo, e detto sinceramente, nemmeno lo cercano. Probabilmente ciò che suonano è esattamente quello che ascoltano tutto il giorno, moltiplicato per tutti i giorni dell’anno.

Muscolatura meccanica, piazzata e “in your face” tramite scariche slam. La loro musica risulta efficace e morbosa, come un lento proliferare di microbi su una superficie lercia. Si respira fetore a pieni polmoni. Le cinque canzoni mantengono un livello di brutalità costante, sarà Field of Impaled Bitches: Inevitable Savagery a ritagliarsi il posto d’onore, grazie a un inizio pari a un terremoto. I ragazzi esprimono anche una tecnica piacevole, mai stucchevole.

Tra grugniti, sangue e riff infetti: anatomia della violenza

L’appetito vien mangiando (in questo caso il piatto consiste in carne umana), e l’esaltazione avanza di pari passo. Con Field of Impaled Bitches: Inevitable Savagery ci siamo già fino al collo, senza alcun bisogno di preavvisi: a guidarci, un growl ultra-gutturale, un grugnito che convince, la classica “voce da porco” che – fortunatamente – non sfocia mai nella completa “trasformazione animale”. La sezione ritmica è precisissima quanto zozza (anche se in certi frangenti la trovo un po’ debole all’orecchio), pulsante quando serve, dispensatrice di raffiche sanguinolente quando necessario. Le chitarre trasportano, irritano e friggono un composto nauseabondo già da tempo giunto alla saturazione: Architect of Her Suffering ne è forse il più fulgido esempio. Il piatto che ci viene servito è di quelli tradizionali: gusto familiare, zero sorprese, e – si spera – tutti o quasi contenti.

Unemotional Misogynism esalta nell’incedere affabile, lento e pestato di una batteria mai sazia. Concupiscent Succubed Disturbance prima frusta e poi doma con gaudio. La conclusiva Dissolving Vaginal Integument delizia con ben sei minuti di rauca esalazione: delirio totale superata la metà del brano.

I Virulency sono per chi bada al sodo. Qui la concretezza è l’unica vera parola d’ordine.

  • 67%
    - 67%
67%

Summary

Pathologically Explicit Recordings, Grotesque Productions (2012)

Tracklist:

01. Field of Impaled Bitches: Inevitable Savagery
02. Architect of Her Suffering
03. Unemotional Misogynism
04. Concupiscent Succubed Disturbance
05. Dissolving Vaginal Integument

Commenta