Thulcandra – Fallen Angel’s Dominion: la rinascita del Dissection sound
“I Dissection tagliano il traguardo del quarto disco e raddrizzano il tiro dopo la delusione di Reinkaos. Finalmente si celebra un ritorno alle radici del loro sound: quello che tanti stavano aspettando”. Come avreste reagito se Fallen Angel’s Dominion, il disco d’esordio dei tedeschi Thulcandra fosse uscito sotto il monicker della band di Jon Nödtveidt?
Ma apriamo gli occhi: basta guardare la copertina di Fallen Angel’s Dominion per fare due più due. Evocare automaticamente Storm of the Light’s Bane è del tutto naturale. Solo un dettaglio risulterà “fuori posto”: al posto del logo Dissection troviamo quello dei Thulcandra, una band che fino al 2010 aveva coltivato in silenzio una passione viscerale per un certo modo di intendere il black metal melodico.
Tra tributo e clonazione: un omaggio senza vergogna
Sostenuti sin da subito da Napalm Records, i Thulcandra rispolverano con Fallen Angel’s Dominion l’antico suono svedese e lo fanno – come se non fosse già evidente – clonando senza mezzi termini la musica forgiata da Nödtveidt anni prima.
Quanto potrà piacervi questo album? La risposta ve la darete da soli, anche prima di ascoltarlo. Gioca un ruolo fondamentale la fame di “svedesità”, la nostalgia per tutto ciò che rappresenta lo style Dissection (con qualche spruzzata degli Unanimated di Ancient God of Evil), e l’autenticità della passione per una formula musicale rimasta unica e immediatamente riconoscibile, forse mai davvero esplorata a fondo nel tempo.
Ovviamente, se odiate ogni operazione di questo tipo, dovrete rivolgere altrove le vostre attenzioni. Ma se per voi non è un ostacolo insormontabile, allora qui troverete brani confezionati con cura, guidati da un’intenzione ben precisa.
Produzione pulita, intenti chiari: nostalgia con stile
Non ci sono note fuori posto, la produzione è tagliente e misteriosa al punto giusto, anche se leggermente troppo pulita. Da questo punto di vista si poteva osare qualcosa di più per esaltare l’atmosfera. Ogni pezzo è impregnato della giusta dose di melodia, e il cantato è sempre puntuale, completamente devoto al risultato che la band vuole raggiungere.
Ci sono persino delle brevi strumentali acustiche in stile The Somberlain, oltre alla cover di un brano estratto dallo stesso disco, vera e propria dichiarazione d’intenti, utile a convincere anche i più scettici. I Thulcandra sbandierano il loro amore per il passato senza alcun timore, e io mi schiero dalla loro parte.
Fallen Angel’s Dominion è un ottimo punto di partenza, un disco che all’epoca riuscì a far circolare il nome della band. Una mossa indubbiamente azzeccata: la fame di Dissection si era accumulata a tal punto che bastava una scintilla. E loro hanno colto il momento perfetto (il classico “ma perché non ci ho pensato prima io?”). I frutti, del resto, non hanno avuto bisogno di maturare.
Come suggerisce anche il voto, le cose mi sono andate più che bene. Non ho avuto alcuna difficoltà a tenere lontane le solite “seghe mentali”, anzi, devo ammettere di aver goduto non poco grazie a pezzi come Night Eternal, ma soprattutto Spirit of the Night, che davvero non avrebbe sfigurato su Storm of the Light’s Bane. Operazione nostalgia perfettamente riuscita, dunque. Grazie per l’impegno e la devozione, Thulcandra.
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74%
Riassunto
Napalm Records (2010)
Tracklist:
01.In the Realm of Thousand Deaths
02.Night Eternal
03.Fallen Angel’s Dominion
04.Frozen Kingdom
05.Everlasting Fire
06.Spirit of the Night
07.Legions of Darkness
08.In Silence We Eternally Sleep
09.The Somberlain (Dissection cover)