I Sirenia riaffiorano con l’album Perils of the Deep Blue, tra eleganza gotica e melodie d’altri tempi
Dopo due anni da The Enigma of Life, tornano i Sirenia con Perils of the Deep Blue. In giro si vocifera di un ritorno alle sonorità dei primi album, ma questa affermazione, per quanto suggestiva, non corrisponde del tutto alla verità. È vero, i brani risultano più lunghi e l’immediatezza è meno marcata rispetto ai dischi precedenti, ma nonostante queste differenze non si avverte un cambiamento radicale. Le componenti epiche e pompose sono presenti con maggiore frequenza, quasi a voler sostituire quelle più classiche e catchy, ma la sostanza rimane riconoscibilmente “Velandiana”.
Un album che non cambia le regole, ma consolida la formula
Si potrebbe quasi dire che Perils of the Deep Blue rappresenti un travestimento. O forse una dichiarazione di nostalgia un po’ edulcorata, portata avanti con l’ormai collaudata formula “made in Morten Veland”, tra alti e bassi ma pur sempre personale. La presenza di Ailyn contribuisce senza dubbio a mantenere una certa continuità col recente passato, e con quei due lavori precedenti che, sebbene gradevoli, non hanno lasciato un’impronta indelebile.
Eppure il disco funziona, al di là di tutte queste elucubrazioni. Basta entrare in sintonia con ciò che i Sirenia sono diventati. Perils of the Deep Blue piacerà soprattutto a chi ha apprezzato le ultime uscite, più che a coloro che hanno smesso di seguirli dopo i primi album. Ailyn, dal canto suo, sta assumendo un ruolo sempre più centrale all’interno della band.
Devo ammettere che inizialmente ho faticato a digerire il suo timbro “da gattina”. Ma evitare giudizi affrettati ha dato i suoi frutti, qui come in passato. In questo album, la cantante spagnola primeggia con discrezione, mostrando un’estensione vocale notevole e un’interpretazione sfaccettata. Morten resta al timone ma senza strafare, e forse non quanto alcuni fan vorrebbero. È chiaro però che i riflettori sono tutti per Ailyn. E’ lei a dover rimanere in primo piano, e non ha senso aspettarsi una diversa distribuzione dei ruoli.
Una tracklist solida, tra alti e qualche prolissità
Perils of the Deep Blue è un lavoro lungo, oltre un’ora di metal sinfonico elegante, ricco e in puro stile Sirenia. I richiami al passato sono perlopiù accennati (impossibile non provare un sussulto nostalgico leggendo un titolo come Seven Widows Weep) e i brani sono sufficientemente eterogenei da costruire un’ossatura solida e articolata.
Seven Widows Weep colpisce subito, con cambi di tempo imprevedibili ma ben gestiti. My Destiny Coming to Pass inizialmente non mi aveva convinto, ma in seconda battuta ha migliorato le sue quotazioni. Ditt Endelikt, con l’alternanza vocale tra Ailyn e l’ospite Joakim Næss, crea atmosfere oscure e seducenti, anche se qualche minuto in meno avrebbe giovato all’equilibrio complessivo.
Tra i brani più riusciti segnalo l’ottima Darkling, dove finalmente Veland torna a cantare un ritornello degno di nota, e l’elettronica Decadence, con una strofa che ricorda la scuola Helloween dell’era Deris, destinata anch’essa a crescere con gli ascolti. Stille Kom Døden è il classico pezzo lungo e ambizioso che cerca di accontentare un po’ tutti, anche se a tratti sembra stonare con il resto della scaletta. Funeral March mette in luce la semplicità strutturale della band, con Ailyn in grande evidenza nel ritornello. In chiusura troviamo l’epica cavalcata sinfonica Profound Scars e l’oscura e serrata A Blizzard Is Storming, con un altro chorus da tenere a mente.
Con i Sirenia, però, occorre sempre una certa cautela. La voce di Ailyn può risultare divisiva, così come le chitarre di Veland, essenziali e schematiche. Tuttavia, nella singolare – o forse immaginaria – sfida Sirenia/Tristania, il mio voto per il 2013 va tutto ai Sirenia. La determinazione nel proseguire su questa strada rappresenta una forma di coraggio e una prova di fede incrollabile nella propria visione artistica.
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68%
Riassunto
Nuclear Blast (2013)
Tracklist:
01. Ducere Me In Lucem
02. Seven Widows Weep
03. My Destiny Coming To Pass
04. Ditt Endelikt
05. Cold Caress
06. Darkling
07. Decadence
08. Stille Kom Døden
09. The Funeral March
10. Profound Scars
11. A Blizzard Is Storming