Sacrarium – March to an Inviolable Death

Tra trivelle e tormenti: il debutto corrosivo dei Sacrarium

March to an Inviolable Death è uscito originariamente nel 2009, ma ha visto una sua seria ristampa solo nel 2011 grazie all’interesse della De Tenebrarum Principio. L’operazione si è rivelata senza dubbio valida, visto l’ottimo black metal dalle tinte chiuse, ovattate e marziali qui corrosivamente proposto. Questo primo full-length ha preso vita dopo soli due demo (datati 2004 e 2007), ma riesce già a mostrare una discreta personalità, tanto da farmi accomunare i Sacrarium a un’altra formazione francese, gli Eternal Majesty. A sussistere ci sono diversi punti in comune, così come uguale sarà un “destino avverso”, avvolto nell’anonimato delle classiche seconde linee.

Le composizioni dei Sacrarium sono a dir poco “spigolose” per poter attrarre una grossa fetta di pubblico. Il gruppo tende a scavare a fondo con riff penetranti, impervi e “asettici”. Eppure tutto funziona bene: lo screaming lavora con l’acido, mentre il basso si fa sentire senza timori né timidezza.

Il pregio maggiore dei Sacrarium è quello di saper prendere un po’ qui e un po’ lì, senza però richiamare mai una band specifica a cui accostarli (posso dirvi d’averci sentito sopra echi di Satyricon, Dødheimsgard, Abigor e Mutiilation), e questa “prospettiva” gioca sicuramente a favore di un giudizio finale più positivo di quanto ci si aspetterebbe.

Un assalto sonoro che richiede lucidità e sangue freddo

Le chitarre assurgono al ruolo di protagoniste principali, una banalità che, in questo caso, rende più del solito. Messe così in risalto, fanno letteralmente sanguinare le orecchie, nemmeno fossero trivelle. Affrontarle non sarà semplice: resistere alla loro continua opera “scavatrice” è un ostacolo non da poco. Ci vorranno freddezza e consapevolezza di ciò che si sta per incontrare – in qualche modo, una vigilanza distaccata – perché i riff, per quanto belli e di qualità, possono trasportare verso un controproducente “imbambolamento”, il cui lato negativo è la noia.

March to an Inviolable Death appare massiccio nel regalare le sue gemme: pezzi come Demolish By Himself, Phantomatic Landscape o Through Centuries. Ma la sua forza sta proprio nell’insieme: arrivare all’agognato traguardo per goderselo pienamente resta l’obiettivo indicato, unico e principale. Vi avviso: non sarà una tranquilla passeggiata. Ma se riusciremo a portarla a termine e comprenderla, saremo doppiamente contenti. Proprio come quando si superano ostacoli a rotazione prima del raggiungimento di un obiettivo.

Una tempesta black metal che non si guarda mai allo specchio.

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Summary

Autoproduzione (2009), De Tenebrarum Principio (2011)

Tracklist:

01. A.C.R.H.
02. Heartless Visions
03. Demolish by Himself
04. In a Circle of Dead Seraphs
05. Phantomatic Landscape
06. Through Centuries
07. Terribilis est Locus Iste
08. This Is the Final Warning
09. Outro

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