Death metal senza compromessi: il ritorno dei Red Dead
Con Paths Across the Graves, i francesi Red Dead arrivano al loro terzo disco. Assenti dalle scene dal 2020 con l’album Forest of Chaos, li ritroviamo sempre sotto le ali della Great Dane Records. La copertina, in puro stile anni ’80, cattura subito l’occhio e quasi li fa scegliere a scatola chiusa, giusto per farci accompagnare dal boia protagonista e seguirne le sinistre gesta. La breve introduzione The Burden Continues è perfetta per introdurci nel mondo di questi sadici razziatori.
Quando parte Toward the Torture, con il suo tiro alla Obituary, tutto comincia a girare vorticosamente. La rete per catturarci è già scattata e non abbiamo nemmeno avuto il tempo di accorgercene. Le chitarre di Antho e Roger snocciolano riff melmosi senza sosta, e quella colla tipica di certe situazioni inizia già a solidificarsi.
Tra rallentamenti lugubri e attacchi frontali: la linea seguita dal disco
I Red Dead sono crudi e diretti, anche quando rallentano e si impantanano nel lugubre, come in Démentia o nell’inferno scatenato dalla urticante e “appiccicosa” Corpse Riders. La loro abilità sta nel colpire subito nel segno, incanalando fin da subito l’energia sprigionata.
Ottimo il growl di Roolet, cantore perfetto e ficcante di linee vocali urlate in faccia con la giusta dose di impeto. Nel frattempo Skull Catacombs offre un taglio più thrash e movimenti leggermente più dinamici. Manhunt arriva per rimettere ordine e dare nuova forza all’immaginario di un disco che non fermerà più la sua carica di sfogo incandescente.
Evil Genes centra l’obiettivo tra brutalità, rallentamenti e assoli, mentre con il passaggio di From Beyond the Grave si apre una coltre fumosa mista a una forza trainante. Fall into the Dead’s Realm accelera inizialmente secondo il “metodo Pantera”, prima di sfociare nella consueta e rallentata forza nell’ultima traccia, Pathetic Side of Humanity.
Il disco, pur senza introdurre grandi innovazioni, mostra una band solida e sicura di sé, capace di costruire un’esperienza compatta, sempre coerente e aggressiva a ogni variazione di ritmo. La produzione, seppur non rifinita nei minimi dettagli, riesce comunque a trasmettere un’identità sonora forte e coinvolgente.
Paths Across The Graves è un concentrato di death metal old school suonato con passione e consapevolezza per 40 minuti. I Red Dead non cercano neppure lontanamente di reinventare il genere. Pensano piuttosto a interpretarlo con coerenza, rispetto e forza. Un ascolto consigliato a chi cerca sonorità classiche, atmosfere lugubri e un songwriting solido che non delude.
Un disco per appassionati e per chi si nutre costantemente di prodotti underground. Lavori dove la passione arriva a giocare livelli fondamentali che magari non perdoneremmo a realtà più note.
Summary
Great Dane Records (2025)
Tracklist:
01. The burden continues
02. Toward the torture
03. Démentia
04. Corpse riders
05. Skull catacombs
06. Manhunt
07. Evil genes
08. Land of wandering souls
09. From beyond the grave
10. Fall into the dead’s realm
11. Pathetic side of humanity