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Copertina dell'album A Peaceful Mission Of War degli Keep The Promise

Keep The Promise – A Peaceful Mission Of War

Keep The Promise – The Price of Freedom: hardcore in faccia, senza scuse

Esordio a bruciapelo per i Keep The Promise (alias i Biohazard “de noialtri”). La formazione italiana non si perde in troppe riflessioni su cosa dire o fare. Il loro primo lavoro è un attacco diretto, senza respiro, espresso con la schiettezza tipica di chi ha molto da condannare, oggi e non solo.

Sembra quasi di averli davanti, in carne, ossa e mazze da baseball, con sguardi truci che pendono come mannaie. Il resto è una scarica d’adrenalina dalla testa ai piedi. Tutto è concepito con l’intento di “fare male”, creando un impatto frontale, dritto in faccia. Per questo tanto efficace quanto reale (voglio vedere chi avrà il coraggio di rifiutare una loro richiesta d’invito…).

Trentaminuti di rabbia lucidissima e suono che non chiede permesso

Nonostante il sound sia moderno e ben rifinito, i Nostri riescono a stringere un doppio cappio alla gola. La prova che anche con produzioni pulite si può spingere forte, purché dentro bruci ancora una sana rabbia. A Peaceful Mission of War si conclude dopo appena mezz’ora, ma la sensazione sarà quella di aver vissuto molto di più. E questo è sempre un buon segnale, specie quando si imposta un disco per mantenere alta la tensione e annientare ogni tentativo di distrazione. (Straight to the target, this is the law!)

La loro musica è ribellione pura in chiave hardcore, ma è anche contaminata da forti innesti del metal più groove-oriented. In certi momenti questa seconda componente sembra più una collaborazione che una fusione totale. L’attacco di The Price of Freedom, ad esempio, mi ha riportato alla mente Who’s Gonna Burn, lontano ma esplosivo esordio degli svedesi Carnal Forge. E in più di un’occasione mi sono venuti in mente nomi che non avrei mai immaginato a inizio ascolto: anche questo, nel suo piccolo, mi ha fatto apprezzare ancora di più il disco.

Le due voci (M.V., ex-Browbeat, e Mirco “Mitch” Tincani) si alternano con furia. Una sputa fuoco rivoluzionario, l’altra colora di violenza le parti più pesanti e scandite. La formula non stanca mai, anzi: la loro presenza cresce gradualmente brano dopo brano (e sì, anche alla fine resterete carichi), dimostrando chiaramente che idee e direzione non mancano.

Un disco breve, diretto e brutale che non fa prigionieri

La freschezza resta costante, i cambi di ritmo si impongono con autorità ogni volta, qualunque sia la loro direzione – impatto o velocità – perché entrambi lavorano a favore del brano. Non si combattono, ma anzi, si completano, rendendolo vivo e scattante come una molla rabbiosa e imprevedibile (può esserlo? Certo che sì!).

Ispirati e temerari, questi Keep The Promise mettono a segno il debutto giusto (speriamo anche nel momento giusto), capace di chiedere molto… ma non troppo. The Price of Freedom è soprattutto una dimostrazione di forza. Una giustizia conquistata con armi genuine, quella che, alla lunga, paga sempre. E poco importa come andrà.

Bravi, perché potrebbero (e dovrebbero) raccogliere ascoltatori da “distretti” molto diversi tra loro. Un piccolo trucco che non riesce a tutti.
E poi… quel “Explicit Content”, a modo suo, riesce persino a procurarmi un bel po’ di nostalgia.

  • 70%
    - 70%
70%

Riassunto

To React Records (2014)

Tracklist:

01. Intro FTP
02. The price of freedom
03. Guilty politicians
04. Demons of surrender
05. I will cure
06. Weapon
07. Bloody uniform
08. Nothing to lose
09. Vile femicide
10. Keep The Promise
11. Life dies

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  • Data dell'articolo
    6 Novembre 2014
  • Pubblicato da
    Duke
  • Pubblicato in Recensioni, Thrash Metal/Violent Frequencies/Post Metal
  • Taggato con Keep The Promise, To React Records
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