Hail Spirit Noir: Un fulmine all’improvviso dalla Grecia
Arrivare dalla Grecia e suonare “psychedelic prog black” (come tempestivamente suggeriva l’etichetta discografica) è qualcosa che non si riesce a credere finché non lo si ascolta. L’esordio del nome Hail Spirit Noir nel 2012 fu il più bello dei fulmini a ciel sereno. E se è vero (ed innegabile) che la band fa meticoloso uso di avantgarde black metal nel proprio sound (quindi restino sintonizzati i fanatici di Arcturus, Solefald e Ved Buens Ende), è altrettanto vera e propositiva la vena creativa “antiquata” che il duo riesce ad eruttare con convinzione in appena trentasei intensi minuti.
Impossibile non notare subito il fascino della registrazione. Sembra quasi che gli Hail Spirit Noir – una volta completato il nastro – l’abbiano abbandonato appositamente in qualche stanza umida e “malaticcia” per tempo immemore, per poi andarlo a ripescare al momento propizio. Quel che inizialmente appare come un forte senso di “ammuffimento” acquisisce col tempo contorni drastici e drammatico-occulti perfetti. Il sound, in poche parole, è autentica leccornia oscura. Procura esaltazione e profondità immediata, creando quell’atmosfera speciale con cui ci ciberemo avidamente.
Una tracklist essenziale favorisce l’impatto
La tracklist è davvero essenziale (il disco colpisce anche grazie a questo). Appena sei brani, sei colpi precisi che sanno esattamente dove affondare, con efficacia e meticolosità tipica dei veterani. Haris e Theoharis (già noti per il monicker Transcending Bizarre?) creano fragranze, scombussolano e rigenerano continuamente una proposta vincente e molto trascinante. Le emozioni non mancheranno mai all’appello, ma soprattutto – e cosa sempre più rara – saremo pienamente divertiti. Stupiti da evoluzioni e arrampicate che, invece di cercare nel futuro, fanno man bassa di tutto ciò che è accaduto in passato.
Gli Hail Spirit Noir svecchiano generi “vecchi per eccellenza” come il progressive rock o la psichedelia dark, e li innestano sapientemente su basi avantgarde e legnate black metal. Il risultato, a parer mio, è davvero entusiasmante oltre che personale.
Tracce scolpite nella mente: Tutto il fascino rituale di Pneuma
Ognuna delle sei tracce rimane scolpita in testa, seduce e invita a riascoltare Pneuma in un sacro loop (e se siete come me, ad ogni nuovo giro sarete più attenti ai vari dettagli). Enfatico il lirismo, perfetto interprete d’oscurità e ulteriore motivo d’esaltazione, sia quando si prodiga nel classico scream black metal, sia quando gioca “a fare l’attore navigato della situazione”. Mi tocca tuttavia tornare sulla produzione per spiegare la duplice sensazione di caos/controllo-tecnica che riesce a fornire con disarmante facilità. Basso e batteria si devono essere divertiti come matti in sede di registrazione. Mentre una menzione particolare – e grossa fetta della riuscita di Pneuma – se la prendono le tastiere, precise nell’intensificare l’atmosfera ad ogni nuovo risvolto.
Parlare singolarmente delle canzoni snaturerebbe un po’ l’eclettica linearità di Pneuma. Finirei col far sembrare qualche brano migliore di un altro, e non voglio che ciò accada. Il disco va fatto scorrere intensamente come un fiume in piena, e a mente completamente sgombra. L’immagine che dobbiamo tenere davanti agli occhi è quella di un’unica, spassosa e spumeggiante suite, colorata esclusivamente di bianco e nero.
La Code666 Records coglieva un frutto decisamente importante con gli Hail Spirit Noir e il loro Pneuma.
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Summary
Code666 Records (2012)
Tracklist:
01. Mountain of Horror
02. Let Your Devil Come Inside
03. Against the Curse, We Dream
04. When All Is Black
05. Into the Gates of Time
06. Haire Pneuma Skoteino


