Per la serie “band che non ne sbagliano una” eccoci al cospetto degli Aura Noir, maestri della formula “raffinata” che unisce thrash metal grezzo e primordiale e black’n’roll d’annata. Se nei primi anni di vita l’ala estrema abbondava alla grande, la componente thrash si è procurata mano a mano uno spazio sempre più grande, sino ad arrivare alle ultime produzioni dove guida e comanda impulsivamente l’organismo vitale della band. Piccoli accorgimenti ce ne sono stati, ma non tali da “sputtanare” la band, perché gli Aura Noir erano grezzi e marci un tempo ma lo sono anche con questo album datato 2012, senza vergogna e con la voglia di accrescere una discografia talmente vera e pura da far impressione.
Presentato da una copertina che definirei magistrale e in grado di lasciare un ottimo ricordo, Out To Die arriva per accompagnarci ed esaltare su trentadue fiammeggianti minuti dall’effetto immediato e categorico. Non si farà in tempo ad entrare nel mood del disco che si arriverà già alla sua conclusione. Le canzoni saranno otto, ma sono così efficaci e di presa che faticheremo ad accettare una fine sempre troppo “prematura”.
Aggressor e Blasphemer tirano fuori chitarre agghiaccianti in stile “riffs mangia riffs”, è una continua spirale thrash metal dagli effetti diretti ed acidi, non c’è nemmeno la voglia di rallentare, il piede resta premuto stabile sull’acceleratore e da li non si smuoverà più. Schegge pazze e rudi quelle che andremo ad affrontare, punte spinose che fuoriescono dal terreno con l’unico intento di fare male e farci desistere in ogni subdolo modo possibile. La voce è sicuramente il tocco finale, una deviazione diabolico/alcolica che semplifica ulteriormente la nota “duplicità” che da sempre risiede in casa Aura Noir.
Apollyon e compagni scrivono un altro importante lavoro, un lavoro ineccepibile, perfetto nel suo essere “stantio” aldilà del suo anno di creazione, ancora una volta gli Aura Noir piazzano il paletto della coerenza davanti a tutto e tutti, posizionandolo ben distante dagli inseguitori. Provare a fare un track by track è cosa pressoché impossibile e controproducente, tutte le canzoni meritano di essere mangiate e vissute con avidità, reiteratamente, tanto state pur certi che non stufano proprio mai.
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Riassunto
Indie Recordings, High Roller Records (2012)
Tracklist:
01. Trenches
02. Fed to the Flames
03. Abbadon
04. The Grin from the Gallows
05. Withheld
06. Priest’s Hellish Fiend
07. Deathwish
08. Out to Die