Golden Serpent – Lullabies from Hell: Trionfo di odio mistico per mezzo di un death metal che non concede tregua
E’ un vero morso velenoso quello di Lullabies from Hell. Stiamo parlando del disco di esordio dei greci Golden Serpent, materia che pensa a sputare fuori “odio mistico” secondo tradizione della loro terra. La band utilizza una formula barbara e ficcante e la mette a cavalcare sopra un cavallo di razza death metal. Sussistono sfumature black e thrash metal in funzione di “appoggi” per la carneficina proposta. E non c’è modo di tentennare, qui si procede lungo una linea retta, infernale e volutamente devastatrice.
Inizia con odio pulsante e stridente il disco, Satan’s Wrath non bada a fronzoli e sputa fuori tutto l’odio possibile lasciando intendere su che tipo di prodotto siamo finiti a calcare. A seguire troviamo la più “sciolta” Aēšma-Daeva’s Lullaby che sarà infine una delle migliori dell’intero lotto.
Si prosegue con l’incremento di climax di una centrata Silence in Heaven e sui poderosi stacchi di Golden Serpent (dove verremo mitragliati a dovere da una batteria a dir poco infuocata). La pressione rimane costante e, dopo la scarica di Broken Halo, ci ritroviamo immersi nella seconda parte del disco, dove arrivano a spiccare le trame di Possess the Living.
Tra monoliticità e movimento: il tiro regge sino alla fine
Dieci le tracce presenti e nessuna tregua viene posta all’orizzonte. Nessuna di queste arriva ai quattro minuti, una scelta che dona un ritmo preciso e serrato all’insieme. I Golden Serpent vogliono la nostra attenzione, non ci lasciano scampo, e devo ammettere che questa “missione” riesce loro piuttosto bene.
Lullabies from Hell non ha la volontà di stupire ad ogni costo, i Nostri sono una band “operaia” e devo dire pezzo dopo pezzo arrivano a convincere nella giusta dimensione. Non è semplice mantenere un impatto così costante senza perdere un’oncia di quel famoso “morso” iniziale. Eppure, le cose reggono: nonostante la monoliticità e i tempi serrati c’è un minimo di dinamismo che ci salva da acque stagnanti. Le chitarre si muovono con precisione, e la sezione ritmica genera i giusti venti su cui andare a veleggiare.
L’unione della scuola greca di Rotting Christ, Septicflesh, Soulskinner si fonde con quella di Vader e Morbid Angel, per un risultato soddisfacente. Non si toccano vertici incredibili, ma tutto resta a vorticare con onore nei “territori di mezzo”, evitando fortunatamente lo spettro della noia.
Summary
Sleaszy Rider Records (2025)
Tracklist:
01. Satan’s Wrath
02. Aēšma-Daeva’s Lullaby
03. Silence in Heaven
04. Golden Serpent
05. Broken Halo
06. Rise of Apophis
07. Black Heart
08. Possess the Living
09. God Ends Here
10. Hecate’s Nightfall