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Copertina dell'album Talmbout'Dat degli F@B

F@B – Talmbout’Dat

F@B – Talmbout’Dat: un esordio senza dubbio coraggioso tra rap-core, nu-metal e crossover

La prima cosa uscita dal mio cervello è stata che ci vuole del coraggio per presentarsi nel 2015 con un disco del genere. Un album che avrebbe quasi sicuramente ottenuto maggior gloria e fortune brillanti se fosse stato partorito con una ventina d’anni d’anticipo. Oggi, invece, la vedo “più dura”, vuoi perché il contesto è più complicato in generale, vuoi perché certi generi non ricevono l’attenzione che meriterebbero (che poi, valicando tali “regole”, si possano ottenere risultati positivi è un altro discorso).

Certo, non possiamo decidere quando nascere, ma possiamo decidere cosa è meglio per noi. E come sfruttare e incanalare una certa forza interiore per farla scattare come molla dal rinculo esagerato. Dev’essere questo il pensiero degli ucraini F@B (Fragment Antigen Binding): “non poniamoci limiti e suoniamo istintivamente, ispirandoci a quelle formazioni che, volenti o nolenti, ci hanno influenzato nel prima-durante-dopo”.

Così nasce Talmbout’Dat, un frullatore sonoro capace di accalappiarvi se in passato avete calpestato territori cari a Korn, Static-X, Fear Factory, Rage Against the Machine, System of a Down, fino a sfondare porte affini ai Red Hot Chili Peppers o ai Suicidal Tendencies più “funky”. Come se non bastasse, aggiungete una componente rap piuttosto presente – anche se non ancora dominante – e avrete una vaga idea di ciò che vi aspetta.

Coesione e carattere: il sound dei F@B prende forma

A impressionare è la coesione degli elementi: sostanze apparentemente distanti trovano una linea comune, alleggerendo la possibile pesantezza (il batterista, in particolare, emerge ed entusiasma). I F@B danno l’idea di aver trovato un collante ideale. Qualcosa che rende il loro sound immediatamente riconoscibile (ditemi a cosa pensate appena parte Double Y Chromosome: dall’impostazione vocale al basso e alle chitarre, tutto vi rimanderà a un nome preciso), ma anche personale in modo curioso e astratto.

Rap-core, nu-metal, crossover e affini. Le etichette sarebbero molte, tutte valide e intercambiabili a seconda degli umori – spesso differenti – espressi dai nove brani protagonisti. Il disco è coeso, ben compattato nella sua ricca mezz’ora (scelta azzeccata: tutto scorre nel giusto e riceve la necessaria attenzione), prodotto con echi vitali e riverberi ben dosati (partoriti dagli Acme Recording Studio e passati per i Fascination Street Studio in Svezia).

Da Double Y Chromosome ad Air: sorprese ben dosate

La già citata Double Y Chromosome è anche la mia preferita. Ben sviscerata nel suo refrain, genera immediati e reiterati tormenti (la parte rap è integrata in modo eccellente). Bon Appetit gestisce un range ampio ma quasi non lo fa notare; umori differenti trascinano su cambi importanti e stranamente lineari. Stesso discorso, ma con sfumature diverse, si può applicare a You, mentre la coralità con “ritornello acchiappone” torna protagonista in Measure. La bizzarra Mute Man intriga prima di lasciare spazio alla nuova e abrasiva hit Air. Sorprese e fruizione avanzano di pari passo, senza mai provocare danni ingenti o pericolosi.

Una sobria maschera per nascondere e rappresentare più volti – anche i nostri, da ascoltatori – più unità a favore di un unico grido d’autentica denuncia. Con Talmbout’Dat, i F@B hanno imbastito un esordio niente male. Un esordio capace di scorrere bene, avvolto in un semplice digipack che farà la felicità di chi ancora si ostina a comprare musica su supporto fisico.

  • 70%
    - 70%
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Riassunto

Overdub Recordings (2015)

Tracklist:
01. Double Y Chromosome
02. Bon Appetit
03. Dr. Jekyll & Mr. Hyde
04. Life Is Good
05. You
06. Measure
07. Mute Man
08. Air
09. Vacuum

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  • Data dell'articolo
    3 Agosto 2015
  • Pubblicato da
    Duke
  • Pubblicato in Recensioni, Thrash Metal/Violent Frequencies/Post Metal
  • Taggato con F@B, Nu Metal, Overdub Recordings
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Tema di Anders Norén

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