Hyena Ridens – La Corsa

La Corsa è il secondo lavoro discografico di lunga portata per gli italiani Hyena Ridens. I ragazzi costruiscono così una coltre emotiva di tutto rispetto, lasciandoti li a penzolare attraverso liriche in lingua madre ben recitate, capaci di restare scolpite nel cervello solo come i migliori tormentoni.

Se un primo ascolto di La Corsa serve a fare la dovuta conoscenza, i restanti sono quelli della “consacrazione”, la consacrazione, il piacere di poter ascoltare un bel disco rock alternativo, bravo nell’essere ruvido e piacevole nell’evadere da una certa banalità che molto spesso riscontriamo altrove. Sarebbero formazioni come gli Hyena Ridens a meritarsi più palchi e prestigio in Italia (come tanti altri d’altronde), ma purtroppo (come sempre accade) non è la qualità a dettar legge e ragazzi come loro finiscono per soddisfare chi ancora setaccia l’underground e la musica creata senza pressioni da marketing.

Scorre veloce La Corsa, minuti calibrati, canzoni che crescono e rapiscono a cavallo della più classica altalena emotiva. Mostrano di sapere usare i muscoli ma non ne fanno un vanto, anzi cercano di nasconderli il più possibile per favorire un gioco d’insieme sinuoso, che sfocia con silente forza a termine corsa, nel brano in dialetto chiamato Vesuvio.

Sapori prog lanciano l’iniziale title track e con la malizia lasciata altrove ci ritroveremo in mano un pezzo robusto che ben svolge il proprio ruolo di rompi ghiaccio. La produzione enfatizza il tutto dando luce e spazio ad ogni strumento, in tal modo non potremo di certo evitare di notare l’operato dietro alle tastiere di Paolo Astarita o le egregie evoluzioni di Davide Gennaro al basso (a lui il compito di “leggere” le parole di questo viaggio) collegate fra di loro dal dinamico operato di Paolo Cotrone alla batteria.

E’ un organismo sano, che si muove su unica-armonica direzione e la traccia Fantasmi (credo propria sia la preferita qui dentro) sta li a gesticolarlo, perfettamente carica di sentimento e passione. Poi, lungo la via, tasteremo l’evoluzione di Palomar, il tormentone Falsi Approdi (che rimane…rimane..rimane), il fragore irradiato da Il Ritorno e una ossessiva Esseri Umani per un totale di tre quarti d’ora spesi tutti in equilibrio fra valore e creatività.

Ancora una volta una scelta di qualità da parte di Overdub Recordings, etichetta che da anni lotta con straordinaria tenacia per dare visibilità ad un salotto, ad un panorama musicale italiano di qualità.

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Summary

Overdub Recordings (2018)

Tracklist:

01.Ronzinante
02.La Corsa
03.Fantasmi
04.Palomar
05.Falsi Approdi
06.Laura
07.Un Pianoforte nell’Abisso
08.Il Ritorno
09.Tradimento
10.Esseri Umani
11.Vesuvio