Per capire le sensazioni con cui troveremo a darci del tu all’interno di In Darkness possiamo benissimo partire dal gioco di parole e dal doppio significato usato per l’azzeccato monicker. Il The Vasto proposto da questi ragazzi provenienti dalla provincia di Ferrara è immersivo sotto qualsiasi punto di vista lo vogliamo vedere, e questo loro disco di debutto (datato 2019 su Overdub Recordings, uscito dopo un giusto allenamento fatto di ep nel corso degli anni precedenti) riesce nel compito di appagare sia il versante violento che quello sagacemente melodico ma pur sempre contundente (possiamo stare tranquilli!). La loro musica si svilupperà a ridosso di queste caratteristiche in una sorta di bilico costante e cingente, aiutato da una produzione capace di unire/nutrire finemente la questione (partorita dagli Studio 73 di Riccardo Pasini).
E’ bello tornarci sopra per testare quelle briciole che ricordavi già da un primo ascolto, l’album vive di momenti ad effetto, momenti “stordenti” che sarà bello rincontrare sulla breve strada di 26 minuti , minuti capaci a loro modo di rimanere scolpiti nella mente (cosa non affatto comune visto il genere proposto) di chi ascolta per mezzo di un muscoloso hardcore inbevuto da spessi strati post.
In Darkness spacca ed armonizza su moto perpetuo, ma la cosa assolutamente positiva è quel suo non sfiancare, il prestarsi a nuovi ascolti senza mai appesantire l’orecchio. Il sound ne esce rotondo, levigato, ma comunque sempre appuntito/propositivo, affilato il giusto e a cavalcioni di chitarre pronte ad irrompere a gamba tesa dentro il nostro umile spazio sonoro.
E’ solido e aggressivo il reparto vocale, gestito “a due mani” da Pirs e Bolla (entrambi anche alle chitarre) e ben lesto nel girare il coltello nella piaga. L’equilibrio si presenta ancora nelle liriche pronte ad evidenziare aspetti psicologici e fragili dell’essere umano. Debolezze e problematiche usate come viatico, un trampolino dalle quale scaturiscono le mie preferite Memorial 2083 (The Story of Anders Breivik), Fractures, Constellations e Scars mentre si segnala la collaborazione con Guido dei First Brawl sulla seconda e bruciante Flood.
I The Vasto confezionano a mio modo di sentire un piccolo gioiello, un disco che non ha l’ardire di imporsi con chissà quali incredibili novità all’interno dell’ampio panorama musicale, ma che è abile nel dire la sua con veemenza, sfogo e carattere. I ragazzi ci lasciano un’impronta stampata addosso (quasi un rudimentale colpo di scure che sa già di non fallire a partire dalla prima nota) e su ciò non si può sorvolare tanto a cuor leggero.
Summary
Overdub Recordings (2019)
Tracklist:
01. Memorial 2083 (The Story of Anders Breivik)
02. Flood (feat. Guido of First Brawl)
03. Fractures
04. In Darkness
05. Constellations
06. Clean
07. Crocodile Tears
08. Scars