Ageing Accelerator: il ritorno spietato dei Defect Designer con un disco compatto e tecnico
Ritornano a ben sei anni dal debutto Wax, i Defect Designer. A giostrarli è rimasto il solo Dmitry Soukhinin, affiancato da una formazione “internazionale” che vede la partecipazione di Flo Mounier alla batteria, Stelios Mavromitis e Martin Storm-Olsen alle chitarre e voce pulita, e Christos Antoniou agli effetti. L’intento è chiaro: progredire rispetto al passato. Certo, messi a confronto, i due dischi rappresentano poli opposti. Il primo, uscito per My Kingdom Music, era certamente buono, ma soffriva di una certa distanza e prolissità. Con il nuovo Ageing Accelerator invece, si parla una lingua diversa: più spigliata, più sbrigativa. Un cambiamento che le mie orecchie hanno finito per apprezzare non poco.
Ageing Accelerator è un lavoro che sprigiona creatività senza cedere di un solo grammo in violenza e chirurgica brutalità. Il sound chiarisce ogni misfatto: questa è un’opera devastatrice, drastica e magnetica, che prende forza da un crescendo imprevedibile e quasi impercettibile (l’esaltazione vien mangiando). Quando ci vanno giù pesante, impressionano. Ma incantano anche per come riescono a tenere i piedi in scarpe differenti. Da una parte appaiono “puliti”, dall’altra brutali e divoratori di composto caos, senza mai cadere in fallo o sbilanciare una delle due anime.
Feeling e brutalità: l’equilibrio non cerca regole
Riescono a unire straordinaria pulizia e feeling a una forma di caos chirurgico e snervante. Le canzoni si “svestono” subito. E non ci importerà minimamente di inseguire una forma-canzone immaginaria o tipica. Prenderemo ciò che arriva, senza fare calcoli. E sarà bello così, perché lo stupore arriverà in più di una semplice occasione.
Sembra di tornare indietro, ai tempi di altri ascolti, dove ogni singolo frangente acquisiva una necessaria dose di tormento, e i ricordi finivano per rigenerarsi da soli. Le canzoni cadono, e noi le svisceriamo per parti, ricordandole grazie a particolari flash sparsi praticamente ovunque. Le note si coagulano, e mi sembra davvero inutile starvi a citare una Corpsewatcher, piuttosto che la doppietta Yellow Grimace / The Terrible o Berenice, oppure ancora l’epica Temple of Artemis (dove emerge l’influenza Septicflesh portata da Christos). Gli inserimenti sono sempre proposti con cognizione, sia che si parli di assoli che di interventi di voce pulita, pochi, ma da ricordare grazie all’ugola di Martin Storm-Olsen.
La visione e la percezione di Ageing Accelerator acquistano “peso” col passare del tempo. Ogni nuovo ascolto consolida e accresce quello precedente, quasi lo leviga, lo ricama, nel cercare una perfezione via via sempre più respirabile (e godibile, a differenza di tanti altri dischi technical death metal). Il risultato si è lentamente ingrossato, fino a diventare un “colpo di fulmine” definitivo e, per me, più che meritato. Spazio da top album. Avanti così, Defect Designer.
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75%
Summary
Sleaszy Rider Records (2015)
Tracklist:
01. Corpsewatcher
02. Yellow Grimace
03. The Terrible
04. I Remember You Dead
05. Flies on Your Lips
06. Crusaders
07. Berenice
08. Communist Architectonics
09. Temple of Artemis
10. StarDust