Territori power/progressive metal dal tipico impatto americano. I Masqued sono una band preparata e perfetta quando si tratta di andare a ricalcare un certo tratto caratteristico della loro nazione.
E’ tutto ordinato, tutto al suo posto su When Demons Call, seconda opera di questa formazione proveniente direttamente da un’altra epoca di concezione per quanto riguarda l’impronta metal della propria proposta (sembra davvero di fare un salto indietro di almeno vent’anni, ne gioiranno i meticolosi del genere che sono ancora in prima linea ad ascoltare del sano, pregiato e nobile metallo).
Da una parte abbiamo l’impronta classica/base/rocciosa dei primi Dream Theater, dall’altra la ruvidità del tipico US power metal di marca Helstar, Destiny’s End (non a caso il chitarrista Eric Halpern è transitato in entrambe le band), con il binomio Sanctuary/Nevermore posto a controllare che tutto si svolga a regola d’arte.
Sistemate il cuscino sulla sedia, mettetevi comodi, perché l’ascolto di When Demons Call non sarà rapido. Quasi un’ora spalmata su 11 tracce di cui una gradita cover di Point of View dei Fates Warning. Ogni canzone rappresenta un gradino da superare (ed assaporare), materia granitica abile nello sfruttare l’espediente melodico e la voce sicura di Steffany Johnston, sempre centrale, pratica e calata a dovere sul pezzo.
La compattezza vale tutto per un lavoro come When Demons Call. I Masqued da buoni e vecchi lupi affamati costruiscono l’insieme che fa la forza, e cosi il disco non esce mai dai sicuri binari dai quali parte, si prosegue dritti e senza sbavature, adoperando pietra e scalpello i Masqued costruiscono le loro ingombranti forme e concludono un’opera degna di rispetto.
Le canzoni ci sono tutte, a partire da Around the Mountain che irrompe, e conferisce vita a dinamiche sicure e persuasive. Subito in evidenza la potenza vocale di Steffany nella successiva e drammatica No Slave, in combutta con quella del bassista Shane Dunbose (saltuario supporto vocale e bassista).
When Demons Call vive sulla prestazione rocciosa della coppia formata da Drew Creel ed Eric Halpern alle chitarre, i due se la intendono bene, imprimono ritmi ed incastrano riff ed assoli al posto giusto (li senti motivati e pieni di ispirazione). Puntuali le tastiere di Adam Rawlings che non pretendono mai un palcoscenico proprio, riuscendo comunque ad imporre la loro calda presenza.
Brani come Crucified, Fight To Live, title track e la conclusiva Faceless One ci lasciano addosso un buon ricordo e la consapevolezza di poter tornare ad ascoltare un disco suonato bene, un disco che svolge a dovere tutti i compiti che si era imposto al via.
Summary
Sleaszy Rider Records (2023)
Tracklist:
01. Around The Mountain
02. No Slave
03. Out Of Time
04. Crucified
05. Point Of View [Fates Warning cover]
06. Killing It All
07. Fight To Live
08. When Demons Call
09. Fortress
10. Forsaken
11. Faceless One