I Thurisaz provengono dal Belgio e sanno proprio come trattare la loro materia. Con The Cimmerian Years (siamo nel 2011) giungevano al terzo disco ufficiale (purtroppo non posso tracciare paragoni con il più remoto passato essendo alla mia prima esperienza con loro), e ci confezionavano un lavoro emozionale. Capace di aprire importanti varchi dimensionali con gli anni ’90.
L’atrio che ci accoglie ci posiziona subito lì. Nel bel mezzo di una linea di confine tra black e death metal melodico, ispirato e magnetico (quando rappresentava motivo di grande creatività e splendore). E’ proprio questa la dote maggiore di The Cimmerian Years. I Thurisaz vanno prima a creare, e poi modellano a proprio piacimento ogni brano. Adoperano un gusto notevole e variopinto, non si fanno assillare sul cosa essere o su cosa suonare, e alla fine ci donano un lavoretto con i fiocchi, un disco che si lascia ascoltare con totale piacere e lodevole relax.
All’interno di The Cimmerian Years troveremo davvero un po’ di tutto. Il lato estremo si prenderà ovviamente la maggioranza delle azioni. I Thurisaz non si faranno però mancare pennellate in territori più oscuri, vicini alle lande gothic/doom, finendo a lambire certi riflessi più epici. Non dovete però pensare ad un collage occasionale e mal riuscito, fatto magari in modo maldestro giusto per stupire. Così come non dovete aspettarvi musica che fa dell’impatto il proprio unico credo.
I Thurisaz ci mettono tanto sentimento, e vogliono suscitare continue reazioni per mezzo di un songwriting azionato ad ampio raggio. Tutto è ragionato, creato al fine di affascinare gli eterni cercatori di preziose e particolari pepite sonore.
Il gruppo belga va oltre la moda del folk (il nome potrebbe fare subito pensare ad un qualcosa di questo tipo) e pensa a distribuire “bordate controllate” con chitarre in bilico tra estrema imponenza ed ariosa armonia. L’apertura è di quelle epiche, My Precious Unknown sembra unire in maniera del tutto naturale bands come Amon Amarth, Thyrfing, Amorphis e Swallow The Sun. Le tastiere appaiono leggere e colorano con metodo lo sfondo mentre il resto è completato da versi affascinanti, pomposi, e da chitarre che girano a modo, incantando.
In un disco del genere non potevano di certo mancare le voci pulite. La loro prima comparsa la troviamo in Second Mirror (dove ricordando sotto certi aspetti i cori dei Blind Guardian), traccia perfettamente dinamica e naturale nel suo svolgimento. Tastiere (in modalità piano) in fuga e un refrain da fare invidia ai Katatonia sono gli ingredienti di una suadente ed epica No Regrets (perfetta l’apertura armonica a due minuti dal termine).
Intanto, Fare Thee Well sconfina definitivamente in territori lenti, questa volta chiaramente influenzati da Type O Negative e Swallow The Sun, con un bellissimo passaggio pulito arricchito in sottofondo dalla voce estrema.
In The Carnival of Miscreation veniamo aggrediti da strofe oscuro-epiche, ben scandite e in pieno stile Dimmu Borgir. Ma non finisce qui: la canzone dura sette minuti e ai Thurisaz piace sorprendere, quindi preparatevi.
Unhealed dimostra ancora una volta la totale positività prodotta dai Thurisaz. A questo giro viene implementato anche un cantato femminile giusto per adornare a modo il tutto. L’ultima A Glance of Misperception è invece pura poesia (la eleggo a mia preferita), un brano che fa una partita a parte. Non ha una forma ben precisa, però è così bella da folgorarti all’istante. Sono pezzi di questo tipo a far tornare automaticamente il vecchio e sopito entusiasmo, quello che troppo spesso crediamo di aver smarrito a favore di non si sa bene cosa.
Come già detto non conosco ancora ciò che hanno fatto in precedenza. Posso però dire senza timore di essere smentito che The Cimmerian Years vale veramente molto, pregno com’è di lampi, di classe e di maturità. Una fatica discografica da adorare questa degli Thurisaz, da sprofondarci dentro senza troppi pensieri.
Se i dischi melodici fanno per voi dovete andarlo a ripescare, probabilmente non sprecherete il vostro tempo.
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73%
Summary
Sleaszy Rider Records (2011)
Tracklist:
01. Broken
02. My Precious Unknown
03. Second Mirror
04. No Regrets
05. Fare Thee Well
06. The Carnival of Miscreation
07. Inner Voices
08. Unhealed
09. A Glance of Misperception