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Copertina dell'album Violent Obliteration dei Biolence

Biolence – Violent Obliteration

Biolence – Violent Obliteration: 45 minuti di thrash/death metal viscerale e corrosivo

Sono tre quarti d’ora belli tosti quelli che i portoghesi Biolence ci servono nel piatto con la loro terza fatica su lunga distanza chiamata Violent Obliteration. La band si presenta compatta e aggressiva, con una formula thrash/death metal viscerale, densa e appiccicosa, perfettamente in linea con l’artwork tossico e i testi intrisi di guerra, distruzione biologica e decadenza umana.

La band portoghese, attiva da fine anni ’90, non ha mai cercato scorciatoie. L’esperienza maturata arriva, così come la fame di distruzione, di denuncia, e la volontà di ottenere un suono sporco e diretto.

All’interno non troverete di certo una produzione patinata o delle confortevoli superfici levigate. I Biolence prediligono una via più ruvida, barbara e graffiante. Violent Obliteration esala brutalità dal suo terreno. Siamo certamente al cospetto di un album che fa della coerenza il proprio credo. L’anima di fondo è asservita agli aspetti “corrosivi” e a quelli da headbanging sfrenato. Dentro ci potremo trovare rimandi a Kreator, Destruction, Sepultura e Vader, mescolati in un cocktail “fatale o ferale” a seconda di come potrà prendervi.

Brutalità sonora raggiunta, ma non sempre convincente

Per quanto mi riguarda, pur constatando l’operato puramente passionale alla base, non riesco a entusiasmarmi a dovere o al 100% lungo il percorso. Ci sono momenti in cui la band riesce a convincere appieno (Pit of Degradation, Glory of Savagery, Extermination Through Mutation), ma purtroppo si respirano anche diversi passaggi meno ispirati, dove i Biolence lasciano smarrire l’attenzione e l’entusiasmo di voler proseguire. Insomma, c’è ancora da lavorare, anche se il sound arriva e incendia con le sue strutture brutali e prettamente corrosive.

Non ci troviamo di fronte a quella tappa imprescindibile che va consigliata ad ogni costo. L’album non brilla di certo per originalità o per la profondità compositiva. Difficilmente riuscirà a superare quel gradino necessario per ambire ad un risultato di rilievo. Nella pratica Violent Obliteration non sarà il pane quotidiano per molti. Chi però mastica metal underground e vive di vibrazioni sporche e sincere potrà reputarlo meritevole di essere collezionato.

57%

Summary

Selvajaria Records, Doomed Records, Ragingplanet Records (2025)

Tracklist:

01. Theatre of War (Intro)
02. Pit of Degradation
03. Humanity Executioner
04. Heavy Artillery
05. Worlds Plague
06. Glory of Savagery
07. Extermination Through Mutation
08. Violent Obliteration
09. 50 Caliber Freedom
10. F.U.B.A.R.
11. Ashes of the End (Outro)

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  • Data dell'articolo
    4 Settembre 2025
  • Pubblicato da
    Duke
  • Pubblicato in Recensioni, Thrash Metal/Violent Frequencies/Post Metal
  • Taggato con Biolence, Doomed Records, Ragingplanet Records, Selvajaria Records
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