Necrotic Woods – The Nameless Dark: il ritorno del monicker tedesco
I tedeschi Necrotic Woods avevano lasciato le cose in sospeso dopo la pubblicazione di Exaltation of Death (2008). Ma quel silenzio che spesso equivale a “morte certa” non ha impedito alla formazione di tornare, nel corso di questo 2015, più rinvigorita che mai.
The Nameless Dark è il titolo della nuova fatica, e devo ammettere che il suo sporco e diabolico lavoro lo porta a termine più che dignitosamente. Per entità “minori” come questa, sparire per un certo periodo può rivelarsi anche salutare. Il ritorno sarà fatto solo di passione, volontà e attaccamento (chi ascolta, certe cose le percepisce sempre). Se poi anche la musica risponde “presente”, come in questo caso, ecco che la carriera torna a colorarsi di nuove tinte agli occhi degli altri.
Con questo disco, i Necrotic Woods sapranno infiammare i cuori più neri e le anime affamate di spasmodiche e raggelanti cascate sonore in formato black metal. Il percorso si snoda per tre abbondanti quarti d’ora di autentica e nauseabonda pece. Le canzoni attaccano e mordono con piacere, senza mai rinunciare a momenti più dilatati, utili a concedere quel senso di respiro che molti adottano come prassi. A conti fatti, però, realizzeremo che tali attimi saranno solo “illusori”, perché sarà la solidità a dominare, a prendersi onori e attenzioni. Una volta terminato l’ascolto di The Nameless Dark, ce ne renderemo subito conto.
Atmosfere, influenze e produzione: un viaggio tra Svezia e Norvegia
Il loro black metal si infiamma con Life Is on the Wane. La compattezza prende subito le redini, richiamando i Dark Funeral, ma si tratta solo della prima tra le influenze evidenti. Le altre si spostano – ovviamente – in territorio norvegese, e rievocano alla mente ora i Taake, ora i Carpathian Forest. La forza di questo lavoro è che non dà nulla per scontato, come si capisce già dalla lenta, melodica e roboante Godless, capace – nel suo piccolo – di mettere in luce la caparbietà con cui i Nostri si presentano. E ancora si percepisce l’eco svedese nei fraseggi sicuri e compatti di The Indifferent Sun, capaci di risultare anche danzanti, con un senso del ritmo che rappresenta una costante dominante (tratto comune a ogni brano incluso nel disco).
Non c’è modo di scalfire questa corazza sonora, lo si capisce dalla splendida title track, perfetto bilanciamento di tutte le loro peculiarità. Ma non aspettatevi “senso pratico”: i Necrotic Woods hanno radici salde, che non si piegano al facile compiacimento. Le loro canzoni restano velate, ideali per esaltare quell’oscurità che si spera sempre di incontrare (obiettivo centrato anche grazie a una produzione di tutto rispetto).
Andrebbe citata l’intera tracklist, dalla fiera Oneiric fino alla lunga Langour (nove minuti negativi ed evanescenti), passando per la distruttiva e classica Blood and Ashes e per la corrosione finale di A Funeral Shroud Cast Upon the Late World.
Un bel bollino di allerta va dunque posto su questo piccolo gioiello underground. L’ideale per chi sente il bisogno di placare la propria quotidiana fame di metallo misantropico e contundente.
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72%
Summary
Bret Hart Records (2015)
Tracklist:
01. 01:17
02. Life is on the Wane
03. Godless
04. The Indifferent Sun
05. A Hundred Ropes
06. The Nameless Dark
07. Oneiric
08. Blood and Ashes
09. Langour
10. A Funeral Shroud Cast Upon the Late World