Incinerate – Eradicating Terrestrial Species

Incinerate – Eradicating Terrestrial Species: brutalità chirurgica con poca anima

Tornano gli Incinerate. O meglio, ritorna in solitaria il vocalist Jesse Watson (ovvero un quasi fondatore assieme a Scott Ellingboe e Randy Grolemund), unico “alfiere” rimasto della vecchia line-up. Il Nostro ricostruisce il nuovo team avvalendosi di Sash Wilczynski (al basso dal 2011), Ted Isac (chitarra, 2013) e Darren Cesca (batteria, 2014), per rimettere in piedi un monicker che non rilasciava un nuovo disco dal lontano 2008 (il per me notevole e superiore Anatomize).

I cambi non hanno purtroppo apportato migliorie (o l’auspicabile step evolutivo) al loro death metal brutale e tecnico. Questo nonostante il genere rimanga praticamente invariato (serve davvero fare nomi di riferimento?).

Il precedente disco si portava dietro una “patina sporca” funzionale ai meccanismi che muovono certa longevità (e badate che si parla di dischi di mezz’ora o poco più). L’attuale successore, invece, non riesce proprio ad attuare la stessa proficua tattica. Lo sento troppo chirurgico, con troppa fretta di arrivare al traguardo.

Ovviamente, queste sono sensazioni date da questi primi ascolti. Formalmente non c’è motivo di evitare il nuovo Eradicating Terrestrial Species (c’è di mezzo la Comatose Music e non serve aggiungere altro, credo), soprattutto per chi segue da sempre determinate peripezie in ambito brutal death. L’album lavora sodo, colpisce i fianchi e non si limita a elargire unicamente kg di smisurata tecnica (che c’è e si sente ovunque). Il lato definibile “classico” non viene lavato via in nome di chissà quale modernità, quindi potete stare tranquilli e comodi: se avete adorato la band in passato, molto probabilmente continuerete a farlo anche oggi (io sto cercando solamente di far uscire un leggero spirito critico, niente che sconfini nell’insufficienza, che questo resti ben chiaro).

Tra tecnica estrema e spirito classico: un equilibrio difficile

Brutalità esposta in abbondanza. Jesse, dietro al microfono, è tanto classico da rappresentare da solo una forma di garanzia. Le chitarre, da parte loro, non stanno mai ferme a poltrire (costruiscono e demoliscono come se fossero impossessate), mentre il basso mette lo zampino a proprio gusto e piacimento. Il loro compito è quello di scavare insenature, cunicoli di passaggio che permettano alla batteria di emergere (autentico fiore all’occhiello del prodotto) per quanto concerne tecnica, velocità e variazione.

Il rischio di perdere di vista una certa “umanità” sarà tuttavia concreto. Ma se sarete abbastanza abili da evitarlo, riuscirete ad andare a nozze con questo Eradicating Terrestrial Species e le sue nove sfuriate più intro.

L’album degli Incinerate è di quelli da “trattieni il respiro e via”. Le canzoni finiscono per assomigliarsi un pochino tutte. Così, da una parte l’attenzione resta ferma e stabile, ma dall’altra il rammarico emerge inevitabilmente, perché quella pietra piazzata saldamente al centro già al pronti e via non riesce a smuoverci. Affare per veri maniaci.

  • 60%
    - 60%
60%

Summary

Comatose Music (2015)

Tracklist:

01. The Prophecy
02. Inhuman Inoculation
03. The Arrival
04. From Distant Worlds
05. Eliminating the Indigenous
06. Unable to Ascend
07. Cultivation of Human Offspring
08. The Berserker
09. Fucking the Rotting Nun
10. Untitled

Commenta