Gauntlet Rule – After the Kill

Davvero un buon disco, pregno di sano divertimento e di una mai doma rocciosità heavy metal “Made in Sweden” che non teme di essere additata come logora o stantia. I Gauntlet Rule rilasciano il loro secondo disco e ci ricordano che non si è mai sazi di vero metallo quando questo viene fatto e filtrato con la giusta devozione.

After the Kill è battagliero, non tende a perdersi e resta focalizzato sulle proprie arcigne strutture. Dietro al monicker Gauntlet Rule si celano l’infaticabile Rogga Johansson e Kjetil Lynghaug alle chitarre. Poi ,l’ugola coriacea e combattiva di Teddy Möller e una sezione ritmica formata da Peter Svensson al basso e Marcus Rosenkvist alla batteria.

Questi cinque cavalieri ci donano un lavoro che fa senz’altro bene all’anima. Un prodotto che poteva uscire senza sfigurare sul finire degli anni ‘90, quando tante band del settore heavy/power metal godevano di meritata attenzione.

Nel 2022 uscì il loro debutto The Plague Court, ed ora ragazzi le conferme di quello fatto in quella occasione ci sono tutte. After the Kill è proprio l’ideale prosecuzione del primo “urlo di battaglia” e gli si affianca con orgoglio, come forse meglio non potevamo chiedere.

Lo scoglio maggiore da superare nel loro caso è quello della voce di un Teddy molto “scorretto”, niente finezze da parte sua. Il Nostro veste una grezza armatura e va a battagliare senza bisogno di utilizzare mezze misure, solo da quest’ottica lo si guarda e lo si sente. Se si cercherà altro probabilmente si andrà a compromettere l’intera esperienza legata ai Gauntlet Rule.

Per quanto mi riguarda io adoro quando sussistono questa tipologia di approcci vocali e quindi ci sguazzo come un ragazzino. Ovviamente il voto alla fine non potrà non risentirne positivamente (questo è un fattore davvero determinante per poter digerire o meno dischi di questa categoria).

After the Kill è se vogliamo “più educato” del suo predecessore, dotato di una produzione più rotonda, limpida e potente. Ci presenta una band intenta a coltivare il proprio tiro con veemenza, guidata dalla sacra benedizione metallica, con una fuoriuscita quadrata e pronta a legnare già a partire dalla prima in scaletta Usurper.

La tracklist non delude. A partire dalla pregevole Exception to the Rule (che posso assurgere a mia preferita con un il suo refrain tanto fiero quanto melodico) passando per l’epic metal di Drumhead Trial, per la veloce Bite the Hand That Feels (il cui ritornello mi porta a ricordare i Sacred Steel) e quella badilata di Vengeance.

Trovo la coppia alle chitarre molto ispirata e tal cosa tiene vivo e brillante l’ascolto per tutta la sua durata. I guizzi seppur composti ci sono, appaiono “brillanti” (per quanto si possa adattare il termine al genere) e l’arrembaggio diventa funzionale. Così fuggono la furba e melodica The Zero Crag, l’ottima e cadenzata Empire Maker, la spavalda, piazzata title track e l’ultima The Scythe con i suoi 8 epici minuti.

Non si può esitare davanti a codesta copertina pacchiana. After the Kill è una seconda prova promossa per i Gauntlet Rule. I più ruvidi ascoltatori di metal classico dovrebbero apprezzare non poco.

70%

Summary

Fighter Records (2024)

Tracklist:

01. Usurper
02. Exception to the Rule
03. Drumhead Trial
04. Bite the Hand That Feels
05. Vengeance
06. The Zero Crag
07. Empire Maker
08. The Night Wind
09. Aeronauts [CD bonus]
10. After the Kill
11. The Scythe

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