Silent Path – Mourner Portraits: apatia, oscurità e sfogo atmosferico
La Hypnotic Dirge Records decide, in questo caso, di seguire il secondo progetto musicale imbastito da Count De Efrit (factotum dietro al monicker Ekove Efrits), concedendogli completa fiducia e, quindi, carta bianca.
Il disco, a dire la verità, non mi ha sorpreso troppo. La creatura chiamata Silent Path sembra essere nata come una sorta di classica valvola di sfogo. Un tentativo di creare musica soporifera e sofferta con mezzi lievemente differenti rispetto all’incarnazione già rodata. Gli sforzi sono da noi sempre apprezzati, e Mourner Portraits una sufficienza – seppur stiracchiata – riesce comunque a portarla a casa. Il bersaglio del feeling, quello più importante una volta compreso l’obiettivo del disco, è senza dubbio centrato. Ma a preoccupare resta quell’alone apatico che non riesco a scrollarmi di dosso. Il percorso è anche piuttosto lungo (52 minuti) e rischia di compromettere le buone cose intraprese.
Atmosfere depressive e melodie funebri: un sentiero rischioso
Per questa release, Count De Efrit si ispira – senza eccessiva preoccupazione – a Burzum. Il binomio voce/tastiera porta subito alla mente il periodo Filosofem, ma il risultato concreto di Mourner Portraits si accoda alle uscite depressive più recenti, propense al lato atmosferico (arrivando a sfiorare toni melodici e funerei del doom metal), una postazione dove rischia purtroppo di rimanere intrappolato a vita.
Ma l’artista ci mette impegno – riscontrabile grazie a un trademark sofferto che ormai lo contraddistingue – e pazienza se questa volta sarà proprio l’insieme a non funzionare al meglio, a discapito invece del singolo brano preso “in solitaria”, che pare (almeno per me) avere più fortuna in sede di giudizio.
Se non si può parlare di debutto per l’artista, lo si può fare certamente per il nome Silent Path. E se questo rappresenta una nuova via, una via diversa di composizione e approccio, c’è da sperare e da guardare al futuro con fiducia.
Ottimo anche il lavoro grafico, che rende bene l’idea di ciò che andremo ad esplorare da lì a poco. Mourner Portraits è, infine, l’accettazione di una sfida. Un viaggio che vuole trasportare e, al contempo, azzerare una data forma sentimentale. So già che diventerà uno di quei dischi che andrò a riprendere per curiosità, giusto per cercare di capirlo ancora meglio. Gocciolante oscuro pentimento, talvolta confusionario, roba che incrementa in modo subdolo il fascino, al di là di tutto.
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60%
Summary
Hypnotic Dirge Records (2012)
Tracklist:
01. Empty Earth
02. Filth of Mankind
03. Broken Trees
04. Last Men, Last Dreams
05. Forgotten Sounds
06. Sarabe Aramesh
07. Epic Suicide
08. Grey Dolls from Nowhere
09. Unwritten Story