Tanti storceranno il naso già solo all’idea di accostare black metal e Iran. In effetti, fino a poco tempo fa sembrava improbabile anche solo pensare a qualcosa come Conceptual Horizon degli Ekove Efrits. Un disco che trasuda carattere e personalità da qualunque lato lo si osservi.
Ma per chi, come me, si era già dato da fare per recuperare gemme nascoste come The Wraiths of Forgotten Forest e Suicidal Rebirth (o lo split con i Bard Brann), questa sorpresa non lo è poi così tanto. Quei lavori mettevano in risalto il lato più underground e selvaggio della formazione, fungendo da introduzione a ciò che sarebbe venuto dopo.
Ora siamo di fronte a tutt’altra storia: l’anima estrema è ancora ben radicata e riconoscibile, ma si fonde in un mosaico sonoro atipico e fluido, un caleidoscopio di sensazioni tutt’altro che comuni. Un ascolto che potrà facilmente stremare chi vi si approccia senza la giusta predisposizione. Nessuna pietà, sappiatelo: la pazienza sarà la vostra unica alleata.
Ci voleva il coraggio e la visione della Hypnotic Dirge Records per prendersi cura di un’uscita così fuori dagli schemi, sia a livello strutturale che compositivo (l’acquisto fisico è caldamente consigliato, anche solo per godere appieno dell’artwork). Bastano pochi istanti per capire che Conceptual Horizon è frutto di una mente non comune, proveniente da una realtà inusuale per il genere.
I suoni, caldi o tiepidi, supportati magnificamente dall’artwork, sono soffusi, quasi dark. Il black metal qui è melodico, forse depressive per i più ortodossi, ma sempre cupo, e fa da sfondo a un comparto vocale che alterna un pulito intensissimo a urla mai sopra le righe, ma profondamente laceranti. Unmeaning Circle racchiude tutto questo: essenza, disperazione e violenza si fondono in un tutto destabilizzante.
Mettetevi pure comodi. Il viaggio sarà lungo e pieno di tortuosità. Un viaggio che Count De Efrit saprà plasmare con maestria, mutando ambienti e strutture sonore come farebbe solo un mago ispirato. Faceless Moments è una nenia rassicurante che ci trascina sempre più a fondo nell’intimo, mentre in All That We Lost dominano classicismo e disperazione in una strumentale dal forte impatto emotivo.
La lunga A Celebration for Sorrow unisce l’anima quieta degli Ekove Efrits a soluzioni cantilenanti che ricordano vagamente Sopor Aeternus. I Just Wish… convince un po’ meno rispetto ai brani precedenti, mentre Hills of Ashes aggiunge un tocco horror all’ormai consueta lentezza di fondo, con un crescendo che merita applausi sinceri.
L’atmosfera si fa calda e accogliente ogni volta che entra in scena il cantato pulito. We Can Fly Once More, da questo punto di vista, saprà calmare anche gli spiriti più agitati. Nel frattempo la strumentalità dilaga nuovamente in Floating Energies from Nature, per poi sfociare naturalmente in uno dei brani più interessanti del disco. Sto parlando di Eternal Wounds, a mio avviso la canzone simbolo del progetto Ekove Efrits e punto forte di Conceptual Horizon.
Dreamy Painting ci accompagna verso il sonno con il supporto del pianoforte (già apprezzato in altri momenti dell’album) e con un’atmosfera di chiusura perfettamente azzeccata.
Statene alla larga se cercate blasfemia e velocità. Il progetto Ekove Efrits con Conceptual Horizon richiede tempo (tanto, forse troppo) per poter maturare pienamente. E non è detto che, anche così, riesca a piacere. Di solito è una questione di pelle, qui lo è ancora di più. Count De Efrit ha creato un prodotto notevole, ma temo che solo in pochi, pochissimi, sapranno davvero apprezzarlo a dovere.
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70%
Summary
Hypnotic Dirge Records (2011)
Tracklist:
01.Unmeaning Circle
02.Faceless Moments
03.All That We Lost
04.A Celebration For Sorrow
05.I Just Wish…
06.I Walk Into The Darkness
07.Hills Of Ashes
08.We Can Fly Once More
09.Floating Energies From Nature
10.Eternal Wounds
11.Dreamy Painting