Undead Creep – The Ever-Burning Torch: Il marcio che brucia ancora
Sfido chiunque a riconoscere la provenienza degli Undead Creep senza averla sbirciata frettolosamente prima (per certe cose bastano loghi, titoli e copertina). Sembra di essere in Svezia, ma in realtà siamo in Italia: potrebbe recitare così l’ideale adesivo da piazzare in copertina.
La formazione nostrana porta avanti un vessillo dai cromosomi tradizionali, fatto di totale devozione e trasporto. Con The Ever-Burning Torch, gli Undead Creep dimostrano di conoscere e aver studiato la materia prediletta alla perfezione (me li immagino rinchiusi da qualche parte per lunghi anni, prima di decidere di rilasciare tutto l’odio accumulato). I ricordi piomberanno dritti e schietti ai primi mefitici lavori di Grave, Dismember, Entombed o Fleshcrawl (che in questi casi ci stanno sempre bene). Un vero trionfo per quelle orecchie stoicamente “mai dome”, mai sazie di entrare in contatto con le tipiche e marmoree chitarre “a sega elettrica”. Questo senza mai dimenticare la fondamentale vessazione/oscurità di rito.
Un’esplosione di furia compatta: il trionfo della globalità
I Nostri esordivano con il botto (la band risulta ad oggi purtroppo sciolta), mostrando in primis cattiveria e ammorbante immediatezza. I brani sono concisi, privi della necessità di stupire con trovate eclettiche. E sarà proprio questa la fortuna del disco. Rsulta difatti impossibile individuare canzoni di spicco, a trionfare è la globalità, una globalità che farà scuotere e scoperchiare calotte craniche a tutto spiano, per ogni singolo e rapido secondo di The Ever-Burning Torch.
Frammenti come Immolation for Reincarnation, Surrounded by Tombs, la lenta Eternal Rest, Frozen Asphyxiation e Eradicated Memories non mancheranno di distribuire ampie dosi di onnipotente esaltazione. E si tolgono anche lo sfizio di piazzare in tracklist un toccante intermezzo acustico, giusto per acuire il ricordo dei tempi andati.
L’acquisto si fa dunque obbligato (per chi ha ovviamente capito: l’uscita non è di certo indirizzata a chi mal digerisce i gruppi clone), anche grazie all’inclusione del demo omonimo uscito nel 2009 (solo nella stampa su CD, non su quella in vinile). Ulteriore dimostrazione di volontà e devozione da parte di questi ragazzi nei confronti della “causa”, insomma, già anni prima scrivevano canzoni niente male.
Non stona nemmeno una copertina in grado di riportare le lancette del tempo ai vecchi misfatti dei primi anni ’90. Il marcio per chi è già marcio dentro. The Ever-Burning Torch è un disco da andare a ripescare, se lo avevamo “perso” ai tempi della sua fresca uscita.
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70%
Summary
Dark Descent Records, Iconoclast Records (2011)
Tracklist:
01. Immolation for Reincarnation
02. God’s Disdain
03. Surrounded by Tombs
04. Eternal Rest
05. Frozen Asphyxiation
06. Interlude – On Blackened Mountains
07. Eradicated Memories
08. Swallowed by the Chasm
09. Survive the Aftermath
10. Forbidden Cult
11. Intro – Darkest Slumber
12. Final Demise
13. Ritual Slaughter
14. Summoning the Abyss Lord
15. Undead Creep