SURE. – Destruction of Form: elettronica scura, istintiva e profondamente umana
Destruction of Form è l’interessante nuovo lavoro dei SURE. Questa band francese sa indossare con naturalezza l’abito dell’elettronica, muovendosi con disinvoltura tra suggestioni industrial, derive synth-pop e giacigli post-punk. Il risultato è un viaggio sonoro oscuro ma allo stesso tempo onirico. Non c’è spazio per visioni rassicuranti all’orizzonte – e va bene così – perché qui pulsa un’anima viva, capace di scavare per comunicare messaggi precisi, istintivi, profondi.
È un disco che si muove con eleganza nel suo caos interno. Che affascina proprio perché non pensa mai di fissare paletti o dei punti di riferimento. È strano, oscuro, sensuale, ma anche dotato di una componente umana. E’ a conti fatti, estremamente sincero e possiede un tiro che sa al contempo colpire ed emozionare.
Brani che lasciano il segno e momenti da ricordare di Destruction of Form
Fin dalle prime tracce, il disco si insinua lentamente, come una presenza notturna che non sai se temere oppure desiderare. Choose Innocence parla un linguaggio alla Depeche Mode/Nine Inch Nails e ti avvolge con il suo battito elettronico mentre la voce – rassicurante e melodica – pensa a come fare per cullare. È come ballare al rallentatore in un sogno decadente, tra ombre cingenti e luci fredde.
C’è molta cura nei dettagli: synth stratificati, bassi pulsanti, tutti effetti che amplificano la narrazione emotiva. Melodia, vicinanza e distanza combattono a ridosso di un groove pulsante come dimostrano Deeper (un passo il suo che si sente tutto) e Keep on Living (più liquida). Brani che riescono ad essere sia ballabili che profondi, senza mai sconfinare nella sempre insidiosa banalità. Stupisce il climax apocalittico di Après La Nuit. Un pezzo che “spacca” la prima parte di Destruction of Form e getta sull’album un velo inquieto e ancora più profondo (l’ho apprezzata davvero molto).
Colpisce l’istinto esplorativo e predatorio di Sleep Demon, senza dubbio una delle mie preferite dell’album. La title track, invece, si chiude in modo liquido ed etereo, grazie alla voce di Diane Pellotieri (Pencey Sloe), lasciandoci in balia dell’ennesimo spunto, di una nuova svolta che tenta di offrire uno sguardo diverso su un mondo emotivamente devastato.
Destruction of Form è un titolo quanto mai azzeccato: i SURE. confezionano un lavoro magnetico, ritmicamente vario e capace di reggere l’urto di ascolti ripetuti. Anche brani più “d’appoggio”, come Paper Planes, parlano chiaro: il progetto sa procedere con forza e con un istinto creativo ben radicato. Un disco che sa stordire con meticolosa eleganza.
Summary
Frozen Records (2025)
Tracklist: