Obscure Rituals of Death and Destruction ovvero il richiamo della malvagità.
Il secondo disco di questi sporchi cileni è quello che ci vuole quando si vuole impostare il tasto off del cervello, un bella quanto insana evocazione del lato negativo fatta secondo tradizione death metal, di quello che non bada a troppi fronzoli, laido ed umido quanto un vicolo dimenticato da tutti. Ascoltarlo è proprio uguale a muovere incerti passi in quella zona chiusa e tenebrosa.
Spaesamento, rabbia ed oscurità, creature pronte ad uscire da ogni dove, creature innominabili ma sempre e comunque dalla nostra parte, creature amiche che sorgono terrificanti, creazioni di continui caos profondi ma mai -fortunatamente- troppo intricati. Il cerimoniale è stato studiato adeguatamente, secondo quelle usanze che schifano i più ed emozionano i meno. Il classico disco da conservare preziosamente in una particolare teca (accompagnato da una degna quanto favolosa copertina), quella zona affollata da lavori sicuramente non trascendentali ma che ti rendono orgoglioso di aver continuato un certo percorso aldilà di tutti quelli che vorrebbero una tua fantomatica resa.
Un soffio del male pronto ad accendere lumi e lanterne laddove arriva, il classico lavoro che non ci obbliga a guardare la tracklist perché tutto arriva diretto e sicuro. Tutto è come deve essere, così lineare che le solite domande “questo è meglio di quello, questo è meno bello di quest’altro” non devono arrivare minimamente a solcare le crepe di un cervello già pronto dopo pochi secondi alla colata di cotanta oscurità.
In questi casi la produzione gioca un ruolo fondamentale e anche sotto questo aspetto mi ritrovo completamente euforico, il “composto” è ottimale, si appiccica alla pelle per non mollarla più e anzi la sensazione rimane li anche dopo la conclusione del tutto.
Obscure Rituals of Death and Destruction è un regalo per chi ancora oggi -anno 2013- spende tempo, soldi e passione per creare ed ascoltare musica ormai antiquata ma fatta così bene da sorprendere (si, anche qualcosa di così dozzinale può ancora avere voce in capitolo). Inferis, ovvero quando è l’insieme a vincere, marcia e mesmerizzante arte diabolica, che piacere passare qualche minuto a scrivere di te.
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Summary
Old Temple (2013)
Tracklist:
01. Intro (The Necromancer Begins The Ritual)
02. Skull And Bones To The Altar
03. Thou Who Lurks In The Nightmares
04. Black Blood Rituals
05. Nexion With The Infernal Spirits
06. Visions From An Apocalyptic Environment
07. Leviathan’s Dream (We Will Wake You Up With Our Prayers) (Instrumental)
08. Prayer To Leviathan
09. In The Path Of Malignant Spirits