Gli Slyther esordiscono sotto Time to Kill Records con l’album Chronicles of Despair
Forze fresche nel panorama thrash metal, con radici ben piantate anche nel contesto nazionale. Dall’Abruzzo, dopo qualche anno di rodaggio, gli Slyther arrivano a “stordirci” con il loro debutto Chronicles of Despair. Una mezz’ora scarsa di durata, furiosa ma soprattutto decisa negli intenti. La proposta di questi giovani musicisti riesce a coniugare efferatezza e una sorprendente dose di “calma e comprensione”.
Non siamo di fronte al classico esordio a bruciapelo, quello che si limita a razziare le orecchie dell’ascoltatore in modo scriteriato e, talvolta, persino banale. Al contrario, Chronicles of Despair esprime il desiderio di percorrere un cammino ben definito, da vivere tappa dopo tappa in piena consapevolezza.
Declino morale e potenza thrash metal: Ecco la prima firma degli Slyther
Flask N’ Bone è il primo brano dell’album. Il pezzo descrive il declino di un avvocato corrotto schiacciato dal senso di colpa per aver causato il suicidio di una madre, precipitando nell’alcolismo e nell’autodistruzione fino al suo stesso suicidio. Gli Slyther dimostrano subito compattezza, “un’efferatezza quadrata” che non può che portare alla mente la sacra triade Metallica (l’impronta vocale è qualcosa di più di una semplice dichiarazione), Megadeth e Testament.
Le melodie di Madness sono altamente persuasive e colpisce ancora l’accortezza in fase di songwriting. La canzone è davvero funzionale e alimenta l’interesse nei confronti della release. Se Madness suona come una feroce critica alla logica distruttiva della guerra, la successiva Shut The Fuck Up si fa portavoce di un tiro ribelle, “corale” e diretto contro la manipolazione mediatica.
L’attenzione dedicata ai brani si riflette anche negli immancabili assoli, che impreziosiscono a dovere le composizioni, come nel caso della solida Violent Fist. Con Visions si mescolano a dovere gli stampi di Metallica e dei Testament: non a caso, il brano è stato scelto come apripista promozionale, e non è affatto difficile capirne il motivo.
Equilibrio e potenziale: il futuro degli Slyther è di prospettiva
Sul finale abbiamo la presenza delle strumentali Memories e Awake -4, una piccola sorpresa se guardiamo alla durata del disco. Il ritmo risulta un po’ spezzato ma le note si lasciano comunque gradire e lasciano spazio al mezzo tempo finale di The Sleepwalker.
Chronicles of Despair è un debutto senza dubbio positivo ma che ti lascia anche con “poco peso addosso” (tutto ciò potrebbe determinare anche del valore in certi momenti). Non pretende l’impossibile e riesce a superare con determinazione gli ostacoli che spesso accompagnano un primo passo di rilievo. La rampa di lancio è stata posizionata con cura, adesso ci tocca aspettare un nuovo passo e il momento del decollo.
Summary
Time to Kill Records (2025)
Tracklist:
01. Flask N’ Bone
02. Madness
03. Shut The Fuck Up
04. Violent Fist
05. Visions
06. Memories
07. Awake-4
08. The Sleepwalker


