Soul Grinder – Chronicles of Decay

Dalla Germania e con tanta voglia di fare bene. I Soul Grinder dopo l’ep targato 2018 (Sadistic Parasite) se ne arrivano in questa calda e strana estate con il disco d’esordio intitolato Chronicles of Decay. Seguendo le orme del filo diretto che li lega ai Fleshcrawl i nostri affondano le zanne nel death metal di matrice svedese, evocando scenari cari a Grave e primi Hypocrisy (spuntano pure lampi alla The Fourth Dimension!) ma con in più una “spinta” di matrice polacca abbastanza evidente.

Certo non possiamo parlare di sorprese dal punto di vista dell’approccio, ma una certa solidità in sede di songwriting la si finisce a percepire abbastanza nitidamente. I singoli brani non hanno paura di osare nel minutaggio e non finiscono come spesso accade entro una manciata di sporchi minuti. Il pericolo era certamente grosso e diverse formazioni nel tempo ci sono cascate dentro appieno, ma i Soul Grinder riescono ad aggirare l’ostacolo abbastanza agilmente, tanto che i 47 minuti totali non arrivano mai a sfiancarti o a farti guardare di sottecchi a che punto della tracklist si è.

Brutalità che sguscia via come nel caso della opener Infernal Suffering in pieno Vader style, ma anche spunti melodici ed “epici” come in occasione di Ruins of Existence e di The Sun And the Serpent (a sottolineare i lampi di prima) e Signs of Decline capaci di sfondare anche la parete del cantato lirico/drammatico. In generale si cerca di non fossilizzarsi troppo su una formula standard e tentativi come la più “easy” March of the Dead ne sono limpido esempio.

Chronicles of Decay non è uno di quei dischi che ambisce alla classica classifica di fine anno, però le sue motivazioni più che valide per essere acquistato le fornisce, e non sono neppure così poche se vogliamo ben vedere. Certamente bisognerà avere in dote un legame di sangue con il genere, poiché solo un vero malato/affezionato potrà finire ad estrarre quella positività racchiusa dentro un disco di questo tipo.

Brutalità pestata e schiaffata in faccia con dinamismo e graniticità, accompagnata dalla solita “festante” e calzante immagine di copertina (curata a questo giro dalle mani di Mark Riddick).

65%

Summary

Black Sunset (2020)

Tracklist:

01. Infernal Suffering
02. Flesh Defiler
03. Ruins Of Existence
04. My Unwilling Giver
05. Morbid Masquerade
06. The Sun And The Serpent
07. The Delusionist
08. Signs Of Decline
09. March Of The Dead
10. The Withering
11. Hymn Of Death