Spettri è il manifesto sonoro dei Sanlevigo contro la superficialità
Con Spettri, i Sanlevigo confezionano un lavoro che fa delle vibrazioni emotive la sua arma più consona e affilata. La tracklist si articola su una dualità equilibrata, in cui tensione e ritmo convivono armoniosamente con momenti di introspezione, creando un flusso, una scia che scorre in completa naturalezza. Ne emerge un percorso musicale sinuoso e coerente, capace di restituire con precisione il disagio di vivere in un’epoca dominata da algoritmi e narrazioni manipolate. Queste dieci tracce cercano di “spogliare” le contraddizioni di una società che ci osserva attentamente, che ci controlla e anticipa spesso e volentieri, lasciando sempre meno spazio agli istinti vitali e alla veridicità.
La formazione romana, attiva dal 2017, dà vita a un impianto sonoro che intreccia con efficacia wave/post-punk e indie rock, generando un campo magnetico brillante, sagace e di tutto rispetto. L’invito a lasciarci scuotere attraverso l’esperienza artistica è la forza motrice che, lungo questo percorso, mostra i suoi effetti più autentici e trascinanti.
L’inizio di Spettri con la traccia Idoli ti inchioda subito nel suo sussurro, nella sua quiete ritmica e narrativa. Per me si è trattato subito di uno “shock positivo”. Non so quanto una formazione come i Canaan possano essere stati davvero un’ispirazione per questo lavoro, ma il disco mi ha costantemente richiamato alla mente la loro influenza. Tuttavia, rispetto a loro, i Sanlevigo non condividono la stessa oscurità negativa: sono piuttosto una versione più misurata, “educata” e orientata verso altri obiettivi. Questo aspetto – devo dire – mi ha subito collegato all’album. Fin dal primo ascolto e la sensazione è durata praticamente sino alla fine, sul narrato profuso da Qualcuno di importante.
Un ascolto che pretende presenza e restituisce profondità
Brani come la già menzionata Idoli, oppure la strisciante forza wave di Piccoli Cannibali e Spartisci la Folla per arrivare ai miei personali tormentoni Viaggi onirici al piombo e Nuova cenere. Brani “sfidanti”, capaci di smuovere e di posizionare una fioca luce sul nostro corpo in ascolto. Spettri è, a tutti gli effetti, un’opera che non ti molla mai e che non ammette distrazioni. Pretende un ascolto pratico, introspettivo, consapevole e restituisce in cambio un coinvolgimento emotivo profondo, lasciando dietro di sé una scia di inquietudine lucida e persistente.
La produzione valorizza ogni sfumatura, esaltando la profondità complessiva e offrendo a ogni strumento la sua speciale nicchia espressiva. Dalla spinta elettronica alla prova vocale, ora energica e incisiva, ora malinconica, dismessa e delicata, emerge una varietà timbrica fatta di istinto e raffinatezza.
I Sanlevigo danno voce tanto alla realtà quanto alla distopia. Ad esempio ascoltando Post-democrazia digitale sembra di ritrovarsi all’improvviso dentro una puntata di Black Mirror. Le loro sonorità cono come fasci di luce obliqua, attraversano la nostra stanza con lucidità e disincanto, illuminando le crepe di un presente inquieto. Le loro note trasformando ogni brano in una stretta emotiva e trascinante. Spettri affigge in tal modo il suo manifesto. Un consiglio sussurrato all’orecchio contro la superficialità dominante e la perdita di autenticità (e un brano come Cristalli a tal proposito fa scattare delle notevoli “leve interiori”).
Summary
Autoproduzione (2025)
Tracklist:
01. Idoli
02. Piccoli cannibali
03. Post-democrazia digitale
04. Viaggi onirici al piombo
05. Nuova cenere
06. Monotonia
07. Limbo
08. Spartisci la folla
09. Cristalli
10. Qualcuno di importante