Putrid Evocation – Echoes of Death

Putrid Evocation – Echoes of Death: lavoro, sudore, sud America e sudiciume death metal

Echoes of Death è un titolo che non lascia spazio a dubbi. E i cileni Putrid Evocation non potevano proprio scegliere nome migliore per il loro esordio sui palcoscenici che contano. Lo zampino della Xtreem Music da questa visuale è stato lesto e decisivo.

Qualche anno di gavetta – cosa che non va più tanto di moda – ha prodotto risultati auspicabili. Sì, perché Echoes of Death è un signor esordio, di quelli che non hanno paura di sporcarsi le mani. Anzi, se vogliamo essere precisi, vanno proprio a inzupparle ancor più volentieri nel marcio. Lo esigono come “pegno” per la loro sudata battaglia: una battaglia cominciata da poco, forse, ma già fruttuosa ed esaltante per quel micro-mondo su cui potrà fare leva.

Death metal rozzo, suonato con clave appuntite e ben scavate, riverberi a dominare l’aria e tombe scoperchiate. Si tributa un intero genere, partendo dal marcio che si respira in Sud America (con i primi Sepultura in testa), fino ad arrivare a certe sensazioni nord-europee (God Macabre, ma anche i finnici Convulse, non a caso omaggiati in chiusura con la riproposizione della loro Putrid Intercourse). Il tutto senza mai dimenticare i fondamentali insegnamenti di Autopsy e Asphyx. L’equazione è di quelle semplici, tanto che risulta perfino “patetico” stare lì a formularla. Basta l’introduzione per capire l’antifona, poi ci penserà la title track a serrare il nodo alla gola, stretto così bene da non mollare più la presa fino all’ultima beata esalazione.

Piccoli particolari che vanno a produrre un grande impatto

La produzione abbraccia (con il basso lasciato a penzolare/zappare), e la copertina tiene in vita alcune sensazioni che non moriranno mai. Il “successo” si gioca anche in questi piccoli particolari, ma gli scettici potranno pure divorarsi le luride coltellate di Revelation of Hell’s Apocalypse, Vengeance from the Crypts o Horrible Disease, giusto per non citarle tutte. Non ci sono sconvolgimenti, nel bene e nel male, ed è giusto così. Echoes of Death è una sorsata veloce e piena, non esiste altro modo che viverla attimo dopo attimo, intensamente.

Una cosa è certa: quando punti sull’impatto e sul lerciume piuttosto che su una esagitata tecnica, devi apparire “snello”, saldo e straordinariamente convinto. Loro in questo riescono perfettamente, scacciando di fatto il fastidio per alcune ripetizioni e la pressoché nulla inventiva in fase di scrittura. Possiamo pure stare a disquisire su quanto sia facile riuscire, ma non pensiamo mai a quanto sia difficile cementare il giusto rapporto con l’ascoltatore. I Putrid Evocation riescono in questo: mantengono salda l’attenzione, impedendoti di gironzolare troppo lontano. Ti tengono lì, e va bene così. Perché non sarà certamente oro colato oppure la classica “prima scelta”, ma dischi come Echoes of Death fanno senza dubbio bene al cuore, colpendolo giusto laggiù, nel profondo.

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Summary

Xtreem Music (2014)

Tracklist:

01. Intro (Horror from the Cemetery)
02. Echoes of Death
03. Revelation of Hell’s Apocalypse
04. Vengeance from the Crypts
05. Morbid Sacrilegious
06. Unquenchable Flame
07. Horrible Disease
08. Total Death
09. Putrid Intercourse (Convulse Cover)

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