Iron Flesh – Summoning the Putrid

Non si resta impassibili di fronte a dischi come Summoning the Putrid. La Francia ultimamente si sta facendo sentire in campo death metal e gli Iron Flesh ne sono forse l’emblema più ispirato, o se vogliamo proprio dirla a bruciapelo: “il migliore” (almeno per quello che ho potuto sentire ultimamente, pareri personali ovviamente).

Summoning the Putrid è un affresco di budella che vuole rubare attimi preziosi, o ancora meglio, aprire varchi tutti suoi all’interno dell’universo death metal svedese. E quando una formazione non svedese riesce ad estrarre il meglio dalle proprie ispirazioni come in questo caso non resta che fermarsi, mettersi composti ed applaudire di gusto, arrivando sino a scorticarsi le mani.

Già la produzione da sola ci aiuta ad entrare a gamba tesa dentro un disco altamente emozionante e riuscito su tutta la linea, da capo a coda, senza fare distinzioni. La classica rotazione a motosega delle chitarre arriva brillante e vibra con estremo piacere, ricca com’è di sfumature melodiche assolutamente indovinate e sempre “emotivamente contundenti”. Ogni movimento è guidato con mano salda e dall’ispirazione di questi ragazzi francesi che sanno certamente come adoperarsi per poter colpire al cuore l’ascoltatore (facendolo oltremodo sussultare).

Dai brani proposti escono tantissimo i Dismember (quelli del periodo Massive Killing Capacity/Death Metal tanto per intenderci) oltre che i soliti Entombed ai quali mi sento di affiancare i meno battuti ed “onesti braccianti” Lobotomy ed un pizzico di fare Unanimated.

Summoning the Putrid avanza nel pantano per quaranta minuti, sparando le cartucce “più classiche” durante la prima metà (Servants of Oblivion, Relinquished Flesh e la hit Purify Through Blasphemy aprono il sipario a dovere) salvo approdare su dinamiche dal taglio dilatato/melodico durante la seconda parte (Cursed Beyond Death, gli otto magnifici minuti alla Asphyx più lenti di Death And The Reaper’s Scythe e una conclusiva Convicted Faith che si lascia velatamente sedurre dai pezzi lenti targati Hypocrisy). Nel mezzo troveremo la scartavetrante Demonic Enn e le ottime fiammate di Incursion Of Evil e Thy Power Infinite (sezione assoli: perfetta!).

Gli Iron Flesh sanno a ciò che ambiscono e se lo prendono suonando con sentimento e una voglia di fare bene che mi appare particolarmente “disumana”. Un risultato coeso ed eccellente sotto ogni punto di vista che lo porta a risuonare nelle nostre casse più e più volte.

Un secondo disco per gli Iron Flesh che brucia, arde e fa male (nel senso positivo). Un acquisto doveroso che potrete scegliere in versione cd (Great Dane Records) o quella su vinile curata in seguito da War Anthem Records.

77%

Summary

Great Dane Records (cd, 2020), War Anthem Records (lp, 2021)

Tracklist:
1. Servants Of Oblivion
2. Relinquished Flesh
3. Demonic Enn
4. Purify Through Blasphemy
5. Cursed Beyond Death
6. Death And The Reapers Scythe
7. Incursion Of Evil
8. Thy Power Infinite
9. Convicted Faith