God with Horns: debutto sulla lunga distanza per i francesi Post-Mortem
Vedere il simbolo della Great Dane Records sopra una produzione significa per me sinonimo di grande opportunità. Pure a questo giro posso rassicurarvi e dichiarare scampato il pericolo, anche se – bisogna dirlo – l’asticella navigava solitamente su livelli di ben altro tipo (ad esempio ancora ricordo l’album degli Agnosys). Con questo non voglio di certo sminuire l’operato dei Post-Mortem e del loro debutto su lunga distanza (i primi vagiti sono avvenuti nelle annate 2000/01, poi il nulla fino ad oggi) intitolato God with Horns. Però dire che ci avevo “fatto la bocca buona” è dire poco.
Questi francesi ritornano sulle scene presentandoci un brutal death metal violento e forzuto. A volte è incline a cercare qualche escamotage melodico straniante e dal voluto senso di distacco. I Post-Mortem, con God with Horns, ci trasmettono da subito la necessaria confidenza, così che superare l’abbondante mezz’ora di musica non rappresenti per noi il minimo sforzo (dentro c’è compresa in versione “bonus” la vecchia e soffocante Umbilical Strangulation).
quilibrio tra mestiere e alcune ossa da dover sgranchire
Forse si fa troppo poco per tentare di spiccare questo è vero, la voglia di fare c’è, ma sembra volersi accontentare quando si tratta di andare alla ricerca di maggiori spaccature. Diciamo che al momento si sono limitati ad eseguire un facile compitino (certamente un buon compitino), e a sgranchirsi un po’ quelle intorpidite ossa. Al resto ci penseranno al momento più opportuno e via.
Dopo un’oscura introduzione ecco piombarci addosso tutta la pesantezza di Spinetrophy. Trattasi di un brano nevralgico venato di tecnica e di sottile melodia che avrà il compito di ristabilire il ritrovato feeling con la band. Con la successiva Rules of Death le cose sembrano inizialmente aprirsi, ma l’ingresso delle parti vocali ci riporta subito al massacro e con i piedi ben inchiodati a terra. Poi però ci stupiscono con un ingresso di voce pulita assolutamente indovinato (ad opera di Shawter dei loro connazionali Dagoba).
Ai Post-Mortem piace senz’altro trucidare, ma dentro la loro musica ritroviamo anche le venature maturate nel corso degli anni da questo manipolo di loschi attempati. Il mix risulta equilibrato, preciso nelle ritmiche e con una naturale predisposizione verso linee vocali meno banali di quanto si potrebbe pensare. Si, possiamo dire che il cantato aggiunge al prodotto qualche punto in più.
Un po’ di Carcass, poi un po’ di Pestilence e di Gorefest più qualche lampo nordico nelle chitarre (pensare all’inizio della title track). God with Horns con le basse aspettative del caso potrà essere a modo suo una lieta sorpresa.
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Summary
Great Dane Records (2016)
Tracklist:
01. Intro (Beyond the Void)
02. Spinetrophy
03. Rules of Death
04. Eat the Cadaver
05. Industrial Aborting Process
06. God with Horns
07. Void Millenium Genesis
08. Outro (Coming War)


